AVERSA. Richiesta larchiviazione delle indagini sulla morte del giovane Luigi Ciaramella, il 19enne aversano deceduto la mattina del 31 luglio del
Ma la famiglia del giovane non ci sta e nellorganizzare la fiaccolata di commemorazione dellanniversario della morte di Luigi, prevista presso la chiesa di Savignano alle 19 dopo la messa di suffragio, esorta lapprofondimento dellinchiesta sulla scorta della documentazione presentata. Ad avanzare la richiesta formale di archiviazione, in particolare, è stato il pm della Procura di S. Maria Capua Vetere Giovanni Cilenti mentre di tuttaltro avviso è la famiglia del ragazzo che ritiene tanti gli indizi e i riscontri che dovrebbero spingere gli inquirenti in ben altra direzione. Soprattutto è il padre di Luigi, Biagio Ciaramella, che evidenzia come soltanto la presentazione di ben due perizie tecniche avrebbe indotto la magistratura a valutare lipotesi di un coinvolgimento del giovane in un incidente causato da un altro autoveicolo, ipotesi questa in un primo momento neanche presa in considerazione.
A suffragare la tesi avanzata da Biagio Ciaramella le stesse fotografie scattate allautovettura che evidenzierebbero ammaccature da collisione sulla parte destra non sussistenti prima dellincidente sulla stessa e non conciliabili con lurto che il mezzo di trasporto avrebbe potuto avere col palo nei pressi del quale è stato rinvenuto. Difformità poi sarebbero emerse tra verità formali e verità sussurrate e contrastanti che vorrebbero il giovane, secondo alcuni, essere stato rinvenuto seduto col capo reclinato, secondo altri disteso su entrambi i sedili dellauto, mentre le foto lo ritraggono allesterno dellauto. Inoltre, le stesse foto scattate dalla polizia di stato lascerebbero nel padre del giovane non poche perplessità. Tra laltro proprio Biagio Ciaramella parla di sedicenti testimoni che avrebbero avuto nei suoi confronti un atteggiamento ondivago sconfinato poi nella reticenza. Insomma, un caso quello di Luigi Ciaramella, ragazzo di origini brasiliane adottato da Biagio ed Elena alla tenera età di sette giorni, ancora adombrato da incertezze e da mezze verità che non riescono spiegare come un giovane di sana e robusta costituzione, impiegato come bagnino, estraneo ad ogni forma di vizio, moderato nei comportamenti e soprattutto sul quale lautopsia non ha riscontrato tracce di patologie pregresse abbia potuto perdere da solo il controllo dellauto tanto da incontrare la morte.