Parco Pozzi, il degrado cancella l’oasi verde

di Nicola Rosselli

 AVERSA. Estate dura per gli aversani che sono rimasti in città. Quest’anno, infatti, il Parco Pozzi è off-limits per quanti cercano refrigerio dalla calura e dall’afa di questi giorni.

Il degrado abita, oramai, abitualmente in quella che è l’unica oasi verde della città e che ha vissuto tempi certamente migliori. I lavori di rifacimento, che dovevano consegnare alla città un parco pubblico completamente rinnovato, sono in corso da tempo immemorabile ed anche l’ultima data fornita dal sindaco azzurro Mimmo Ciaramella, quella dello scorso mese di giugno, è passata senza che nulla cambiasse. Anzi, alcune zone dell’ex campo profughi sono ancora un cantiere aperto, con intorno tantissime erbacce cresciute a dismisura tanto da essere alte quanto una persona.

“Accanto alla polvere e alle erbacce, c’è da aggiungere che noi malcapitati pensionati che non abbiamo la possibilità di trovare frescura in luoghi più ameni -afferma un esasperato Antonio Abate, falegname in pensione – non riusciamo ad avere nemmeno una panchina all’ombra a causa della potatura radicale degli alberi messa in atto nei mesi scorsi”. Ma quello che più spaventa gli anziani frequentatori del parco e le madri con i passeggini è il timore di vedersi colpiti dal pallone volante di turno.

“Oramai – dichiara Matteo Russo – in tutte le aiuole del parco Pozzi si gioca a calcio. Anche in quella centrale non si riesce a passeggiare senza essere costretti a schivare continuamente palloni lanciati da giovani scalmanati”.

Ma passeggiando nell’ex campo profughi, una volta fiore all’occhiello della città, passato dal patrimonio della Regione Campania a quello del comune grazie all’impegno dell’allora consigliere comunale Giuseppe Mattiello nella passata consiliatura, si nota anche che non esiste più in pratica un servizio di innaffiamento della flora presente e che, nonostante l’impegno costante dei lavoratori socialmente utili, la situazione di degrado rende desolante quella che dovrebbe essere una gradevole passeggiata nel verde. Impossibile da utilizzare anche il vecchio ed ormai cancellato campo da basket, mentre le giostrine per i ragazzi sono un vecchio ricordo di quelle che furono.

“A noi donne, sebbene sappiamo che essi sono innocui, incutono una certa preoccupazione – conclude Giulia Andreozzi – i senza tetto che vivono in alcune zone del parco e che, dopo un breve periodo dovuto ai controlli eseguiti dalle forze dell’ordine, oggi vi trascorrono anche la notte”.

Ancora una volta, il problema principale per il parco cittadino, utilizzato da centinaia di aversani, soprattutto per fare dello jogging in tranquillità, è quello dei controlli, Sin da quando si è insediata la prima amministrazione Ciaramella, dopo aver realizzato un ufficio per i vigili urbani, non si è mai dato continuità all’azione. Insomma, la politica sembra essere incapace di gestire una risorsa insostituibile per la città, al di là delle parole e dei buoni proponimenti. Che fine ha fatto il risultato del concorso di idee per il parco Pozzi espletato negli anni passati? Ma che fine hanno fatto anche i tanti gruppi ecologisti nati proprio per difendere questo spazio che è riuscito a non essere cementificato solo perché utilizzato come campo profughi?

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