CASAPESENNA. Chiesa San Pietro in Vinculis ad Isola. Il nome della chiesa sita sul territorio di Isola lo troviamo spesso citato unitamente a quello della Chiesa di Santa Maria, antica denominazione dellattuale chiesa di Santa Croce di Casapesenna.
Le remote Sante Visite Pastorali nominano la Parrocchia di San Pietro in Vincoli di fattura quattrocentesca. Lesistenza della Chiesa viene confermata dal Codice Diplomatico Svevo del 1201, tradotto dal prof. Catello Salvati, dove si legge il nome della Chiesa, Sancta Maria di Casapesenna,insieme ad alcune terre di sua pertinenza, e dalle Rationes decimarum Italie per la Campania del XIII e XIV secolo riportate al numero 353risulta che ad Isola esisteva la Chiesa dedicata a San Pietro in Vinculis con il sacerdote Domenicode Mobilia che nel 1324 pagava la decima, mentre il sacerdote Giovanni la pagava per la chiesadi Santa Maria di Casapesenna.
Dopo il concilio di Trento, nel 1602, la Parrocchia è elencata nella visita pastorale del Vescovo Bernardino Morra e lordinario che gli successe, il cardinale Caracciolo a pagina 102 della sua Visita annota che S. Pietro in Vincoli dIsola in territorio Scampia, possiede una casa per il parroco di due vani e ha una quarta di terra per il giardinetto, oltre il cortile. Continua poi con una dichiarazione del parroco: Dico che nella mia Chiesa vi sono tre sepolture, una particolare o si dice che sia di alcune persone di S. Marcellino,e due comuni di grandi e fanciulli; la Parrocchia conta 67 persone, divise in 11 case.
La chiesa ha esercitato le proprie funzioni fino al1854. Allorché Mons. A. Teuronico, Vescovo di Aversa, visitò nel 1940 S. Pietro, la nomina ex Parrocchia, distante quasi un chilometro dallabitato. La dote della ex-Parrocchia ammontava a 19 moggi di terreno. Il demanio simpossessava di 15 moggi, rimanendone invendute solo quattro. Per tal motivo la chiesa fu declassata, non trovandosi dote per il suo mantenimento. Per un periodo la Chiesa fu quasi abbandonata,per riprendere in seguito lesercizio del culto solo verso la metà del XX secolo,grazie allinteressamento del giovane sacerdote Don Luigi Menditto. Attualmente essa si presenta in uno stato completamente alterato rispetto allimmagine originaria.
Nel corso dei secoli ha subito molti danni che hanno portato alla perdita di parte di essa, ovvero della sagrestia sul fronte settentrionale oltre alla copertura, oggi in asfalto e guaina bituminosa, e degli infissi originari, sostituiti con elementi in alluminio e ferro. Precaria risulta essere la condizione statica della chiesa, necessitando di urgenti interventi di consolidamento. Vi si celebra la messa domenicale e una festa il 2luglio in onore della Madonna delle Grazie con la celebrazione di S.Messe fin dalla mattina per concludersi poi nel pomeriggio con il saluto del Parroco Don Luigi e caratteristici fuochi pirotecnici.
La Chiesa di Isola ha tuttavia bisogno di interventi di restauro, come la tela raffigurante S.Pietro in Vinculis, come l’affresco raffigurante Santa Maria delle Grazie, come le mura che con l’umidità fanno si che l’intonaco si stacchi, come la pavimentazione, come la facciata, e come la progettazione dello spazio circostante le sue mure perimetrali. Da sottolineare che l’antica sagrestia e cappella gentilizia poste sul lato sinistro della chiesa,furono rase al suolo dalle ruspe negli anni ’70 e mai più ricostruite. Cosi come l’antico soffitto e l’antico tetto, abbattuti per far posto ad una copertura in cemento e laterizi, e ugualmente abbattuta l’antica cantoria posta nell’atrio; l’antica pavimentazione in maioliche a smalto con decorazioni a rilievo in cui una delicata gamma cromatica dava vitalità ai motivi floreali di cui si componevano, lascia il posto a del marmo di recente lavorazione, che nel contesto risulta squallido e smorto.
Per questi interventi si mobiliteranno forse il Ministero, la Soprintendenza, la Chiesa, gli Enti Locali, gli sponsor? Lo si spera.
inviato da Pasquale Cirillo