Franceschini: “Non staremo zitti sul conflitto di interessi”

di Redazione

Dario Franceschini ROMA. Dall’Aquario di Roma, Dario Franceschini ha presentato la propria candidatura a segretario in vista del congresso di ottobre.

Franceschini ha attaccato Berlusconi e promesso che il Pd non starà zitto sul conflitto di interessi: “Dobbiamo dirlo, il centrosinistra ha colpe precise per non avere approvato la normativa sul conflitto di interessi quando era maggioranza dal ’96 al 2001, ma quella responsabilità non ci può spingere adesso a restare ancora fermi e silenti”. E sul leader del Pdl: “Nel ’94 rappresentava una proposta di cambiamento. Illusoria, ma era una proposta di cambiamento. Oggi anche la sua proposta è solo di protezione e conservazione”.

Secondo Franceschini, c’è quindi spazio per un “nuovo riformismo e il coraggio di sfidare le destre non rincorrendole, non limitandosi a proporre correttivi ai modelli sociali che ha imposto, ma mettendo in campo una gerarchia di valori alternativa e proiettata sul futuro”. Cinque le parole chiave indicate da Franceschini: “Fiducia, regole, uguaglianza, merito e qualità”.

E ha ribaditola necessità di costruire un’identità del partito: “Quello che dobbiamo fare è ricostruire un’identità del nostro campo. La destra italiana in questi 15 anni ha avuto stabilità negli assetti e un leader unificante. Così ha potuto costruire una identità, percepita da tutti, attorno ad alcuni messaggi chiari: sicurezza, libertà di fare ogni cosa, meno Stato. Il nostro campo nello stesso periodo ha avuto instabilità totale nei leader, nei partiti, che si sono sciolti, ricostituiti, sostituiti, nei governi fragili. E così noi siamo riusciti a trasmettere le sensazioni indistinte, non messaggi chiari e univoci. Se voti destra sai cosa voti. Se voti di qua, non sai cosa voti. E questo più di ogni altra cosa spiega la sconfitta dello scorso anno e i risultati negativi della amministrative e delle europee. Ricostruire una identità sarà un lavoro lungo e difficile ma il risultato delle europee ci mette in condizione di ripartire”.

Franceschini assicura che il Pd non tornerà indietro: “Non torneremo a riconoscerci nelle provenienze che abbiamo scelto liberamente e consapevolmente di lasciare alle nostre spalle. Vogliamo un partito che ha il coraggio di rischiare”.

Infine, invita il Pd a “non rinunciare alle primarie” e a non considerare i propri elettori come “estranei”.

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