Roma, stupratore seriale: nuovo test del dna inchioda Bianchini

di Redazione

ROMA. Anche il nuovo esame del Dna inchioda Luca Bianchini.

Infatti il Dna dell’impiegato di 33 anni fermato con l’accusa di essere lo stupratore seriale della Capitale, risulterebbe compatibile con i campioni prelevati dagli indumenti delle vittime e con il primo prelievo. I tamponi salivali prelevati lo scorso 24 luglio a Bianchini, nel solco di un accertamento tecnico irripetibile, completano a questo punto il quadro accusatorio dei pm Maria Cordova e Antonella Nespola. Infatti questo ulteriore esame genetico non lascia adito a dubbi sulle responsabilità attribuite al ragioniere che dal carcere di Regina Coeli ha però sempre sostenuto la sua estraneità ai fatti. Luca Bianchini è accusato di almeno tre violenze avvenute tutte in garage condominiali di Roma avvenuti tra settembre e luglio.
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