MADDALONI. Smaltire i rifiuti utilizzandoli come combustibile nel processo produttivo del cemento. Questo l’obiettivo del protocollo d’intesa firmato oggi dall’assessore regionale all’Ambiente, Walter Ganapini, e dal direttore generale dell’Aitec (associazione italiana tecnico economica cemento) Francesco Curcio.
L’accordo, di durata biennale, prevede l’impiego dei Cdr come combustibile in sostituzione dei combustibili fossili non rinnovabili con un obiettivo preciso in Campania: raggiungere quota 100mila tonnellate d’energia bruciando nelle cementiere i Cdr. Tre le industrie del settore sul territorio regionale: l’Italcementi di Pontecagnano, la Cementir e la Moccia di Maddaloni.
“E’ un piccolo passo – ha affermato l’assessore Ganapini – che ci avvicina all’Europa e che si muove nell’ambito del cammino tracciato dal protocollo di Kyoto in cui si chiede di non aggiungere altra anidride carbonica a quella già esistente”. L’impiego dei rifiuti, ma non delle vecchie ecoballe, nel processo produttivo del cemento, è “considerato a livello europeo una delle migliori tecniche disponibili per il settore”.
Secondo quanto spiegato, inoltre, le emissioni derivate dall’utilizzo dei Cdr come combustibile nelle cementiere e, dunque, come elemento per produrre energia, sono sostitutive, mentre quelle prodotte dagli inceneritori sono addizionali. In Italia, secondo i dati, appena il 6 per cento dell’energia deriva dalla combustione di rifiuti, mentre in Germania si attesta al 50 per cento e in Olanda si va oltre il 75 per cento. Molteplici gli impatti positivi derivanti dall’uso dei rifiuti come combustibile: per l’industria del cemento una diminuzione della dipendenza da combustibili fossili, un minor ricorso alle discariche, la riduzione di emissione di Co2 e la tracciabilità dei rifiuti stessi.
“Le industrie – ha spiegato – effettuano rigidi controlli sui carichi delle materie che saranno bruciate per non pregiudicare la qualità del cemento e non danneggiare il processo produttivo e, inoltre, non si producono altri rifiuti solidi”. Ad oggi, secondo i dati, in Italia, dove sono presenti 50 cementiere, si producono meno di 300mila tonnellate d’energia utilizzando i rifiuti. “Possiamo e dobbiamo arrivare – ha concluso – almeno a 2 milioni di tonnellate annui, di cui un milione derivante dalla combustione di rifiuti”.