Una situazione seria e disperata in Consiglio comunale

di Redazione

Nicola PaganoTRENTOLA DUCENTA. I continui tentativi “magici” del sindaco Nicola Pagano, compresa la quarta giunta comunale, non pare siano riusciti a porre freno al caos che regna nel Consiglio comunale di Trentola Ducenta.

Forse meglio sarebbe fare un piccolo riassunto delle puntate precedenti. Circa due anni fa veniva fuori un Consiglio comunale retto proprio da Nicola Pagano, con una lista “Arcobaleno” che poteva vantare su di un gruppo di maggioranza composto di ben 13 unità più il sindaco (5.117 i voti raccolti, pari al 47,97% dell’elettorato). Le minoranze, già allora erano due, conquistavano 6 consiglieri (“Libertà con il Polo”) con 4.514 voti (42,31%) e un solo consigliere (“Trentola Ducenta Libera”), Nicola Picone, con 1.037 voti (9,72%). Dopo poco dall’insediamento del Consiglio la lista di “Trentola Ducenta Libera” confluiva con Picone nella maggioranza che, quindi, passava a 15 unità contro le 6 di minoranza.

Da questo punto in poi gli “esperimenti” politici sono stati la vera specialità di questo consesso. Dopo una prima Giunta, ecco la defenestrazione di Comunisti Italiani e Verdi e la costituzione di un gruppo forte dell’Udc, fusione di “Trentola Ducenta Libera” e di un bel pezzo dell’Arcobaleno, del quale non si è mai riuscito a comprendere la vera composizione, visto che si andava avanti tra smentite e silenzi da parte dei tanti che pare vi facessero parte. Nasceva anche il Pd, ma anche in questo caso, oltre al sindaco, variegate le idee sulla reale appartenenza. Nel frattempo anche Nicola Grassia provvedeva ad una sua collocazione destrorsa confluendo nel Mpa di Enzo Scotti, alla ricerca di un eventuale futuro supporto per “campagne elettorali” che verranno. In pratica, dell’Arcobaleno di centrosinistra rimaneva poco o nulla.

Cominciava il valzer degli assessori, ben quattro giunte, anche per porre rimedio alla grossa lite scoppiata in maggioranza con i consiglieri Saverio Fabozzi (che si vedeva rappresentato in Giunta dal fratello Luigi), Nicola Russo e Raffaele Di Lauro, che si staccavano andavano a comporre un nuovo gruppo di minoranza, quello dei “Riformisti”.

La quarta giunta che doveva rispondere alle richieste dei Riformisti, quindi far fuori Cassandra, Coppola, Savino, De Roma, Domenico Pagano, Conte, ed avere un nuovo assetto, veniva “confezionata” da Nicola Pagano, ma anche stavolta pare che non fosse di piacimento ai Riformisti, che ancora una volta rinunciavano a rientrare in maggioranza. Maggioranza nella quale scoppiavano grane in rapida successione, non ultima quella di Luciano D’Alessio che chiedeva maggiore visibilità e poi accontentato con l’inserimento della figlia Marianna in giunta. Una giunta molto a destra anche questa, che dava spazi enormi ad interpretazioni varie, non ultima quella di aver voluto riavvicinare l’onorevole Giuseppe Sagliocco alla vita della città, visto che uno, forse due sono gli assessori vicini alla sua linea politica.

Gli ultimi eventi hanno poi superato la più fervida fantasia. Nicola Picone, “pietra dello scandalo” per la minoranza, vista la sua collocazione al fianco di Nicola Pagano, nelle ultime ore si è staccato dallo stesso sindaco, confluendo nella minoranza consiliare, seguito a ruota da Saverio Misso, uomo che da sempre era stato con Michele Griffo, per poi abbandonarlo seguendo il centrosinistra e per poi ritornare nel centrodestra, viste le “scortesie” dello stesso Pagano nei suoi confronti.

C’è poi un tentativo di defenestrazione di Pagano, con un atto già utilizzato nel passato, quello di firmare un accordo per mettere in minoranza il sindaco in carica. Era già successo con Michele Griffo, si è tentato di riproporlo in una nottata durante la quale, inutilmente, si è cercato di racimolare la firma di Nicola Grassia, ma ciò non è avvenuto. Sarebbe potuto essere l’11 contro 10 della defenestrazione ed invece si resta sul 10 contro 11, molto, ma molto pericoloso per la lunga vita dell’amministrazione Pagano.

Inutile dire che in questo stato di guerra totale, in cui ormai è difficile trovare colpevoli ed innocenti, la vita dell’amministrazione è lastricata di dubbi ed incertezze. Chiuse le lotte di scontro feroce fatto di carta stampata e denunce, si è passati alle vie di fatto, con cambi di casacca, tradimenti, bugie.

La città, nel frattempo, continua ad attendere la soluzione ai problemi di tutti e guarda con sempre maggiore distacco a questa politica fatta solo di “affari personali” che nulla hanno a che fare con la cosa pubblica.

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