GERUSALEMME.La polizia israeliana ha chiesto al procuratore generale dello Stato l’incriminazione del ministro degli Esteri Avigdor Lieberman, leader del partito di estrema destra Israel Beitenu.
Le accuse sono di corruzione, frode, riciclaggio di denaro, intimidazione dei testimoni e ostacolo alla giustizia.
E’sospettato di aver adoperato il conto aperto dalla figlia Michal in un banca di Cipro per riciclare una gran quantità di danaro ricevuta da due uomini d’affari, un austriaco e un russo, in cambio di favori che gli avrebbe accordato tra il 2001 e il 2004 quando era ministro nel governo Sharon.
Lieberman era stato interrogato più volte dalla polizia israeliana, l’ultima ad aprile due giorni dopo avere prestato giuramento.Ma lui aveva respinto ogni addebito, sostenendo, come già fatto in passato, che le accuse fossero politicamente motivate, mosse da chi non ha gradito il risultato raggiunto dal suo partito nelle ultime elezioni, quando si è imposto come formazione emergente della scena israeliana dietro soltanto a Kadima e al Likud.
Ora il procuratore generale dello Stato Menahem Mazouz dovrà decidere se aprire un procedimento. In caso di incriminazione il ministro sarà costretto a lasciare il suo incarico.
Intanto,Lieberman si dice vittima di una persecuzione: “Per 13 anni – ha dichiarato il ministro – la polizia ha condotto una campagna persecutoria contro di me. Man mano che la mia forza politica e quella di Yisrael Beiteinu aumenta, si intensifica la campagna di persecuzione”.