ROMA. E ufficialmente libero uno degli artefici della strage del Circeo, avvenuta nel 1975.
Si tratta di Gianni Guido che, dopo anni di latitanza, è stato condannato nel 1994 a 30 anni per lomicidio di Rosaria Lopez e gli abusi su Donatella Colasanti, insieme ai complici Andrea Ghira ed Angelo Izzo. Guido era stato scarcerato l11 aprile 2008, affidato dal tribunale ai servizi sociali, ed era tornato a vivere a casa dei suoi genitori sulla via Nomentana a Roma. Durante la sua permanenza in carcere, il 52enne si è laureato in Lingue e Letterature straniere. Il 25 agosto 2009, secondo il Dipartimento dellamministrazione penitenziaria, ha scontato definitivamente la sua pena.
Gianni Guido è l’unico dei tre massacratori del Circeo ad avere scontato in pieno la sua pena e ppotrà richiedere il passaporto senza obbligo di comunicazione dei propri spostamenti in Questura. Il 53enne era stato condannato all’ergastolo in primo grado il 29 luglio 1976, poi la pena fu ridotta, nel 1980, a 30 anni dopo una dichiarazione di pentimento e un risarcimento di cento milioni di lire alla famiglia Lopez. Nonostante ciò, Guido nel 1981 evase dal penitenziario di San Gimignano per rifugiarsi in Argentina, dove fu arrestato due anni dopo e, nel 1985, evase anche dal carcere di Buenos Aires e fuggì a Panama sottofalso nome e passaporto libanese.
Gianni Guido è responsabile della strage del Circeo avvenuta in una villa sul litorale di Latina, la sera del 30 settembre 1975 assieme ad Angelo Izzo e Andrea Ghira, I tre, che allepoca avevano 19, 20 e 22 anni, picchiarono e violentarono per 36 ore la studentessa 19enne Rosaria Lopez e la sua amica 17enne Donatella Colasanti. Dopo aver tentato inutilmente di addormentarle con del liquido rosso, decisero di ucciderle: la Lopez fu portata al piano di sopra e annegata nella vasca da bagno, mentre la Colasanti fu colpita con pugni e il calcio della pistola, poi legata con un laccio attorno al collo e trascinata nuda per casa. La ragazza capì che lunico modo per salvarsi era fingersi morta. I tre avvolsero i corpi delle due giovani in un telo di plastica, richiudendoli nel bagagliaio della loro auto, una Fiat 127. Tornarono a Roma e parcheggiarono lauto in via Polo, recandosi in pizzeria. Una donna che abitava in zona udì i lamenti e i pugni che provenivano dal bagagliaio e chiamò i carabinieri, i quali rinvennero il cadavere della Lopez e la sua amica. Izzo e Guido furono arrestati e condannati allergastolo, pena che per Guido si ridusse a 30 anni in appello. Anche Ghira fu condannato allergastolo ma si era però reso latitante, e così è restato fino alla sua morte.