ORTA DI ATELLA. Nuovo capitolo della lunga e intricata storia che vede protagonista lazienda dei concimi da biocompostaggio, lEurocompost, le istituzioni e i cittadini della zona atellana.
Dopo le peripezie degli ultimi mesi, con la frequente sospensione dellattività produttiva di volta in volta decretata da ordinanze comunali e provvedimenti di Provincia e Regione, lazienda ritenuta dagli ortesi la fonte dellinquinamento atmosferico che rende laria irrespirabile, rivendica adesso il diritto di riprendere la produzione. E per farlo dovrà garantire ladeguamento strutturale stabilito lo scorso mese di luglio dalla sentenza del Tar Campania che consentirà la riapertura dellazienda una volta reso più efficiente il sistema di abbattimento dei fumi.
Sembrerebbe tutto molto facile e invece, almeno per il momento, la prospettiva appare ben lontana. Il Comune infatti – che tra laltro ha già annunciato sulla questione il ricorso al Consiglio di Stato – ha rigettato la dichiarazione di inizio attività presentata dallazienda intenzionata ad attuare le misure richieste dalla sentenza. Aumento di volumetria e di superficie coperta, assieme ad una interpretazione «poco accurata» delle prescrizioni del tribunale, costituiscono i motivi di stop.
Limpresa, che ormai da più di dieci anni opera sul suolo di Orta di Atella, dovrà fornire pertanto evidenza certa che sistematicamente siano soddisfatti tutti i parametri manutentivi dellimpianto utilizzato. Eurocompost inoltre dovrà provvedere agli adeguamenti richiesti.
La Dia relativa allo svolgimento dei lavori non conterrebbe i corretti adempimenti indicati dalla sentenza e inoltre lintervento previsto risulterebbe difforme rispetto alla normativa vigente. «Se Eurocompost intende adeguarsi – commentano allufficio tecnico del Comune – lo faccia pure, ma senza prescindere dal rispetto delle regole che devono essere necessariamente applicate nel campo edilizio».
da “Il Mattino”, 27.08.09 (di Alessandra Tommasino)