CASERTA.Bartolomeo Casparrino, 50enne collaboratore scolastico di Vairano Patenora, piccolo centro del casertano,è morto la scorsa notte durante una rapina subita nella sua abitazione, dove viveva con l’anziana madre. video
Secondo le prime ricostruzioni operate dai carabinieri, intervenuti sul posto,tre uomini si sono intrufolati all’internodella palazzinaal civico 69 di vico Santa Maria a Fratte, intorno alle 2.30, accedendo da una botola sul tetto, facilmente raggiungibile tramite il vicoletto sul retro. Hanno sorpreso nel sonno madre e figlio,li hanno immobilizzati, legandoli con fascette di plastica, e malmenati,per poi fuggire con il bottino.
I malviventi avrebbero prima picchiato l’uomo con calci e pugni per farsi dire dove si trovava il denaro, fino a che la madre Lucia, 70 anni, per evitare il peggio, ha consegnato i contanti, circa 5mila euro. Quando i rapinatori si sono allontanati l’anziana ha allertato i carabinieri. Ma al loro arrivoil povero Casparrino giaceva a terra senza vita, mentre la madre, sotto choc, raccontava che i tre parlavano italiano.
Sulla scena del delitto la vittima era completamente nuda, con mani e piedi legati, presentando ecchimosi e perdite di sangue.Ferite provocate dalle percosse subite, anche se il decesso, ad un primo esame, sarebbe avvenuto per soffocamento.I rapinatori, probabilmente per mettere a tacere l’uomo che gridava, gli hanno stretto un cuscino sul volto, lasciandolo senza respiro.
Del caso si occupano i carabinieri della compagnia diCapua e del comando provinciale di Caserta, intervenutisul posto coordinati dal tenente Bianchi.La pista più accreditata è quella della rapina finita male, anche se le indagini procedono a 360 gradi.
Figlio unico, viveva da tempo con la madre Lucia, separatasi da circa due anni con il marito Federico, 71 anni, che vive in una zona alla periferia del paese. Mai sposatosi, dal 1982 lavorava come bidello nel circolo didattico di Vairano Patenora. La sua era una vita umile. Nella piccola abitazione in cui è avvenuto il delitto, presa in affitto, vi era lo stretto necessario, nemmeno la televisione. Non aveva un’automobile, usciva in bicicletta. Niente svaghi o vizi particolari. I colleghi e la gente di Vairano lo ricordano come un uomo disponibile e riservato, tutti escludono che possa essersi trattato di una vendetta personale. E’ ipotizzabile, però, che qualcuno, sapendo che Casparrino viveva all’insegna dell’estremo risparmio e credendo che avesse conservatimolti soldi, abbia voluto tentare il “colpaccio”, ma alla fine, oltre alla cifra comunque esigua rispetto a quella che probabilmente immaginavano i rapinatori,non è stato trovato nulla di grande valore.
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