Aversa “assillata” dalle auto

di Nicola Rosselli

 AVERSA. 53mila abitanti circa, 8,73 chilometri quadrati di superficie, ossia una densità di popolazione tra le più alte d’Europa: 6.400 abitanti per chilometro quadrato.

In questo contesto abbiamo 33mila autovetture, 4.700 moto (oltre ai ciclomotori), 2.150 autocarri (Suv compresi), 983 veicoli speciali di cittadini residenti in città, per un totale complessivo di circa 41mila automezzi che, potenzialmente, potrebbero essere in strada contemporaneamente, paralizzando, di fatto, tutta la città.

Insomma, poco meno di un automezzo per abitanti contando pure neonati, minorenni e ultranovantenni. Un dato assurdo che la dice lunga sulle situazione grave, gravissima, in cui versa la viabilità nella nostra città. Con l’avviarsi delle ordinarie attività dopo la pausa estiva, le strade di Aversa sono ritornate a trasformarsi in un vero e proprio inferno per i malcapitati automobilisti costretti quotidianamente a percorrerli. Gli aversani continuano imperterriti a rimanere prigionieri nelle loro lamiere. Sono contenti di rimanere imprigionati per ore in quelle maledette scatolette di latta per percorrere qualche centinaio di metri. Eppure la nostra città è limitata nelle sue proporzioni, circa quattro per due chilometri.

Pertanto, in pochi minuti si riesce facilmente ad essere da una parte all’altra di essa, a meno che non vi siano problemi di deambulazione. Da qualche tempo, grazie all’abnegazione di uno dei più stakanovisti della giunta Ciaramella, l’assessore Luciano Luciano, per la città girano anche due navette che, puntualmente, compiono il proprio percorso quasi sempre vuote, se si eccettuano i momenti di ingresso e di uscita dalle scuole superiori cittadine. All’aversano piace soffrire pur di giungere fin sotto al negozio o all’ufficio che deve raggiungere con l’auto, pur di non fare a piedi pochi metri. In questo senso sarebbe interessante conoscere il dato delle contravvenzioni a divieto di sosta elevate in città per meglio inquadrare il fenomeno. Ma, certamente, sarà elevatissimo.

Da questa abitudine, deprecabile, di noi aversani, discende il corollario secondo cui i commercianti sono contrari ad ogni limitazione della circolazione di autoveicoli in città. Invece, questi dovrebbero essere i primi a volere la realizzazione di mega parcheggi nelle immediate periferie e la conseguente istituzione di zone a traffico limitato quanto più ampie possibili. Per farla breve, ben vengano le limitazioni al traffico all’interno della città.

Tentativi sono stati fatti da varie amministrazioni. Quella guidata da Mimmo Ciaramella ha avuto, bisogna riconoscerlo, il merito, ma anche il coraggio, di portare la Ztl di via Roma alla frequenza quotidiana. Ma non basta. L’intero centro storico cittadino, così come qualche programma elettorale già profetizzava negli anni novanta, dovrebbe essere elevato a Ztl dalle 9 di mattina alle 20, con un intervallo pomeridiano che potrebbe coincidere con la chiusura dei negozi. Già, i negozi. Proprio i titolari di questi ultimi dovrebbero essere i maggiori fautori delle isole pedonali perché trasformare la città in un mega centro commerciale naturale all’aperto, senza l’assillo delle auto, sarebbe una conquista e non una punizione.

Del resto, non è questo quello che si sta cercando di fare con il Centro Commerciale Naturale che Pollini e Candia stanno portando avanti?

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