AVERSA. Francesca Marrandino, consigliere comunale di maggioranza, si dichiara amareggiata per le ultime scelte amministrative, annunciando le proprie dimissioni da presidente della Commissione Cultura.
La partenza del ciclo di corsi musicali afferma Marrandino che permetterà alla città di Caserta di ambire a divenire sede distaccata del Conservatorio di Avellino rappresenta, per la città di Aversa, l’ennesima occasione persa. Qualcuno dovrà spiegare nelle opportune sedi istituzionali a me e a tutti quei giovani aspiranti musicisti aversani che quotidianamente affrontano chilometri e chilometri di strada per coronare il proprio sogno, come mai, sebbene il consiglio comunale abbia votato all’unanimità la proposta di emendamento da me presentata che avrebbe permesso l’attivazione di quell’iter che a breve partirà invece a Caserta, il progetto abbia subìto una pesante battuta d’arresto a livello esecutivo.
A questo punto Marrandino si chiede: Ma di quale cultura e valorizzazione del nostro patrimonio artistico e musicale vogliamo parlare se poi ci si lascia sfuggire occasioni così importanti? Se si consente che la nuova biblioteca sita in Palazzo Gaudioso continui a versare in quello stato di degrado che la Commissione Cultura ha più volte denunciato ed evidenziato a chi di dovere? Se si decide di inaugurare la stagione estiva addirittura il 26 agosto in barba a qualsiasi aspirazione di promozione turistica e nel totale disinteresse delle esigenze di coloro che anche d’estate sono costretti a rimanere in città?.
La nostra città continua ha una tradizione troppo importante per potersi accontentare di qualche sagra, di un po di musica e di qualche iniziativa estemporanea. O si comincia a volare alto o si affonda nelle sabbie mobili della grettezza più profonda. Il profondo rispetto che nutro nei confronti dei miei concittadini e l’amor proprio che mi contraddistingue mi inducono a presentare le mie dimissioni dalla presidenza della commissione consiliare alla Cultura. Una commissione il cui lavoro è stato certosino e responsabile fin dal giorno del suo insediamento, i cui suggerimenti, però, sono spesso rimasti lettera morta per ragioni che ancor oggi conclude Marrandino rimangono oscure e a causa di un modo di operare solitario e lontano da ogni logica di condivisione e confronto istituzionale.