AVERSA. E’ tutta in salita la nuova presidenza del Liceo Scientifico “Siani” di Aversa. Il dirigente scolastico, forse con un errore di percorso, chiama subito la Polizia …
… e rifiuta di dialogare con i genitori degli alunni, che lei stessa ha convocato con un telegramma, costato diverse centinaia di euro alle casse dello Stato.
Ma andiamo con ordine. Prima della fine dello scorso anno scolastico la precedente dirigenza decide ci ampliare di una classe terza e di una quarta il Liceo, si invoca una circolare dell’Asl di Aversa, che impone di ridurre il numero di alunni nelle classi, ma pare che questo sia un imperativo proprio del Ministero dell’Istruzione. La cosa passa, ma al momento nessuno mette a fuoco con attenzione il fatto che per arrivare a questa soluzione ci sarà bisogno di smembrare le vecchie classi e trovare “volontari” disponibili a cambiare sezione. Ma i guai al “Siani” non finiscono quì. Improvvisamente si scopre che la costosissima struttura in fitto, di proprietà della famiglia Cosentino, non è agibile per tutto il quarto e quinto piano, ci sarebbe solo da chiedersi se si continua a pagare per il fitto dell’intera struttura e cosa si stia facendo per ritornare alla normalità. Al momento di certo si sa che si andrà a scuola percinque giorni a settimana, con orario prolungato e, quindi, a non utilizzare quarto e quinto piano.
Intanto, bisogna risolvere il problema dell’istituzione delle nuove classi, dove già esiste l’organico docenti. Ed ecco allora che la dirigente firma centinaia di telegrammi, con i quali invita i genitori degli alunni a portarsi lunedì mattina al “Siani” per comunicazioni urgenti. Ma le comunicazioni non ci sono, i genitori trovano solo i bidelli che distribuiscono questionari per conoscere la volontà o meno a cambiare sezione. A questo punto i genitori pretendono di parlare con la dirigente, ma quale unica risposta arriva la Polizia, forse allertata proprio dalla stessa. Poi i collaboratori si rendono disponibili, loro, non la dirigente, ad ascoltare le lamentele dei genitori, che si sono visti convocati non per avere comunicazioni, ma per ricevere semplicemente un modulo. E’ appena l’inizio della bufera al “Siani”, ed è cominciata prima ancora che suonasse la campanella.