Sanità aversana tra verità, bugie e confusione

di Redazione

 AVERSA. Eravamo stati “profeti in patria” di quanto stava accadendo nei servizi di prima urgenza (Pronto Soccorso e 118) della sanità aversana, …

… tanto da avervi parlato della querelle che ha salutato l’arrivo di ben 7 nuove ambulanze al Servizio Emergenza-118 della ex Asl di Aversa, oggi accorpata, ma forse meglio dovremmo dire “asservita” all’Asl di Caserta.

I guasti della sanità campana ad Aversa e nel suo comprensorio sono sotto gli occhi di tutti.

Sindaci che per anni se ne sono strafregati di quanto accadeva nei programmi regionali, che prevedevano prima una crescita esponenziale della sanità in questo territorio e che poi hanno totalmente denudato il settore, affidando tantissima roba ai privati locali, che oggi navigano letteralmente nell’oro, e che poi hanno totalmente cancellato il sistema organizzativo locale, annettendolo a quello non certo migliore di Caserta.

Sindacati che a turno hanno fatto da corte a questo o a quel direttore generale, per guadagnarsi pandette e benefici per parenti ed amici, mai mettendo sul tavolo i problemi veri ed il futuro di questo settore, servizio pubblico, non dimentichiamolo.

Direttori generali figli della politica più vergognosa, arrivati, con qualche piccola esclusione per qualcuno, tutti per sistemare con stipendi da favola raccomandati e nullafacenti. Una classe medica interessata solo al proprio tornaconto e mai attenta al fatto che dirigenti senza scrupoli e senza capacità riuscissero ad accaparrarsi posizioni da favola.

Oggi ci fa specie che un povero paziente ci metta sei e più ore per essere trasferito da un ospedale ad un altro della stessa azienda. Potremmo senza dubbio di smentita dire che alla fine gli è andata anche bene. Si, gli è andata bene, perché ad Aversa non esiste la neurochirurgia, eppure l’Ospedale Moscati è quello che doveva diventare un Dea di 2° livello, ma la dirigenza dell’epoca non ebbe alcuna remora a che i posti di neurochirurgia fossero tutti, ma proprio tutti, assegnati ad una clinica privata. All’epoca l’onorevole Mario Gatto, socialista, ne fece anche un cavallo di battaglia in Parlamento, con interrogazioni a raffica, ma le sue lamentele restarono inascoltate, nessuno scese in piazza per tutelare un proprio diritto, nessuno salì sui tetti di qualche palazzone aversano, tutti restarono a guardare, ed oggi, come allora, al “Moscati” di Aversa non esiste la neurochirurgia che in queste terre è cosa “privata” e non cosa “pubblica”, ma nessun governo succedutosi nel tempo ha fatto mente locale a questo “piccolo problema” di cattiva gestione ed organizzazione della sanità.

Essere poi restati per ore ed ore in attesa di un trasferimento forse non è neanche colpa dell’ambulanza, che non si capisce bene se ci fosse o meno, ma crediamo che una telefonatina alla centrale operativa del 118 di Caserta, ai vigili del fuoco, ai carabinieri, agli ospedali dell’azienda, fatta con celerità, forse avrebbe risolto il problema molto prima che finisse sui giornali. Ma forse si voleva proprio che sui giornali finisse.

Sanità totalmente allo sbando e nelle mani di dirigenti, che in qualche caso erano forse buoni quando ancora sopravvivevano le coperture della malapolitica, ma che oggi, allo scoperto, senza mezzi e senza sponsor, sono in grado di fare poco, anzi pochissimo per la salute della gente.

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