CASERTA. Per convincere gli imprenditori a pagare il pizzo o ad assecondare le sue richieste li intimoriva con un coccodrillo che aveva in bella mostra sul terrazzo di casa, all’ultimo piano di un normale condominio di Orta di Atella, nel casertano.
È quanto metteva in atto Antonio Cristofaro: a scoprirlo la Direzione investigativa antimafia.
La Dia, lo scorso 18 settembre – ma lo ha reso noto solo oggi – mise in atto delle perquisizioni nell’immobile utilizzato da Cristofaro: l’obiettivo era quello di trovare armi a casa di un uomo ritenuto dagli inquirenti boss emergente e già noto alla giustizia per porto abusivo e detenzione d’armi, tra l’altro. Ed invece, dal personale della Dia, insieme agli agenti del commissariato di polizia di Frattamaggiore e della squadra mobile di Caserta è stato trovato, oltre ad un accurato impianto di videosorveglianza, anche un coccodrillo.
Secondo quanto accertato dagli inquirenti, il coccodrillo – che veniva alimentato con topi e conigli – era utilizzato da Cristofaro per intimorire le vittime, soprattutto imprenditori.
Ritrovato nell’abitazione anche un giubbotto antiproiettile solitamente indossato da Cristofaro, nipote di un boss ucciso un anno e mezzo fa, a Cesa, Caserta, nella faida tra i clan Caterino e Mazzara. Per l’uomo è scattata una denuncia per possesso illegale di animali.