ISLAMABAD. Due nuovi attacchi suicidi in Pakistan hanno provocato la morte di 15 persone.
Un attentato ha distrutto un commissariato della polizia nella cittadina di Mandan ,nella provincia di frontiera del nord-ovest, mentre a Peshawar, nel nord, un’auto-bomba è esplosa in un centro commerciale.
A Mandan, un kamikaze, a bordo di un furgone imbottito con almeno 320 chili esplosivo, si è gettato contro una stazione di polizia distruggendo l’edificio e le case vicine, uccidendo almeno sei persone, oltre 60 i
feriti. Due bambini tra le vittime, mentre altri che a quell’ora andavano a scuola, sono rimasti feriti. Dai primi accertamenti, secondo quanto riferisce la polizia, l’attentatore sarebbe stato un quindicenne, stando ai resti trovati nei pressi del veicolo bomba. Erano circa 200 i poliziotti che si trovavano nella struttura e tra le vittime ci sono anche due prigionieri.
Poco dopo, un altro ordigno, sistemato in un veicolo nel parcheggio di una banca nei pressi di un ospedale militare nella capitale della provincia di Peshawar, è esplosa, uccidendo almeno 9 persone e almeno 75 feriti.
Gli attentati sono stati rivendicati dai talebani. Un uomo di nome Qari Hussain, che si è definito portavoce del nuovo capo talebano Hakimullah Mehsud, leader del Tehrik-e-Taliban (Movimento degli studenti del Pakistan), ha rivendicato la responsabilità dell’attacco, promettendone di nuovi e più devastanti: Il governo stava prendendosi un indebito vantaggio dal nostro silenzio. – ha detto Qari Hussain – Faremo altri di questi attacchi ed i prossimi saranno molto più potenti”.