MILANO. Si è aperta a Milano la campagna congressuale di Pierluigi Bersani, candidato alla segreteria del Pd. A salire per prmo sul palco del PalalidoMassimo D’Alema,che si è improvvisato”astrologo” nel replicare all’altro candidatoe segretario in caricaDario Franceschini.
Quest’ultimo, infatti, per l’ex premier aveva citato la favola di Esopo La rana e lo scorpione, con l’aracnide che, nonostante le sue rassicurazioni, non può venire meno alla sua natura e pungere la rana, facendo affogare entrambi. D’Alema ha risposto: “Vorrei rassicurarlo perché io sono ariete, di segno e di carattere. Ma soprattutto quella è una favola triste, nella quale alla fine tutti vanno a fondo. Non è così, vorrei rasserenare Franceschini che tutti e due potremo lavorare per il Pd”.
“Serve un nuovo centrosinistra riformista. Ci vuole qualcuno che unisca queste forze, non che le divida e le umili”, ha aggiunto D’Alema. “Abbiamo storie diverse, ma siamo uniti nella convinzione che bisogna rilanciare il Pd su basi rinnovate, più forti, serie e credibili”.L’ex ministro degli Esteri hainvitato a usare nel dibattito congressuale “i toni giusti, senza polemiche inutili e guardando alla prospettiva di ricomporre l’unità di questo partito e ricreare il clima fraterno per lavorare insieme. Anche il rinnovamento richiede le virtù dell’esperienza. Dobbiamo lavorare senza alimentare fratture artificiose tra vecchio e nuovo, tra politica e società civile. La classe dirigente si forma su un solo criterio: la qualità delle persone”.
D’Alema ha poi dedicato un passo del suo intervento alle recenti vicende politiche: “Intorno a Berlusconi, che vive al tempo stesso l’apice del potere e l’inizio del declino, si consuma una vicenda torbida: storie di cortigiane e cattivi consiglieri, giornalisti che diventano sicari, bugie e tradimenti. Una sorta di romanzo di appendice sugli ultimi giorni dell’impero romano d’Oriente. E mentre succede tutto questo, il Paese è senza una guida e il governo non fa nulla”.
E’ stata la volta di Bersani, che ha spiegato:”Affermiamo con convinzione la laicità come autonoma responsabilità della politica nella costruzione del bene comune. La destra ha coltivato un rapporto utilitaristico e strumentale con la Chiesa cattolica e alla lunga i nodi sono venuti al pettine. Noi siamo invece per un rapporto aperto e sincero. Affermiamo che la Chiesa non può essere zittita, come è avvenuto brutalmente in questi giorni, e che le va senza ambiguità riconosciuto il diritto-dovere di essere nella discussione pubblica. A nostra volta abbiamo il dovere di dichiarare con chiarezza in quella discussione pubblica le nostre intenzioni”. Poi l’affondo a Berlusconi: “Se questo fosse mai un regime, dove sono le opere del regime? Non sta forse nel manico il difetto?. Berlusconi è all’imbrunire ed è ora che noi tutti andiamo al riassunto di questo ciclo e anche per chi ci ha creduto è ora di guardare oltre: per dieci anni gli italiani hanno permesso a Berlusconi di fare tutto ma a che cosa è servito? Noi dobbiamo dire qualcosa di nuovo perché anche noi non le abbiamo fatte tutte giuste. Serve il cambiamento per quanto riguarda il tipo di partito, l’asse della nostra politica e la nostra proposta politica». L’obiettivo di Bersani è quindi partire «da una vigorosa battaglia di opposizione che prenda via via il profilo di un’alternativa di governo”.
In platea, tra gli ospiti, il leader dell’Italia dei Valori, Antonio Di Pietro, che ha commentato: “Mi fa piacere constatare che finalmente anche nel Pd incominciano a rendersi conto che Berlusconi è un male per il Paese e va fermato, non con meno ma con più antiberlusconismo. Ho ascoltato con interesse l’intervento di Bersani e ascolterò anche quelli degli altri candidati. L’Italia dei Valori, dopo il risultato importante delle ultime elezioni, sente il dovere e la responsabilità di un’alternativa a quello che anche Letta dal palco ha definito l’avversario comune e cioè Berlusconi”.