ROMA. Sinfittisce il giallo intorno alla vera o presunta intervista che lex direttore di Avvenire Dino Boffo avrebbe rilasciato al settimanale Chi.
Boffo, infatti, ha voluto precisare che la rivista, diretta da Alfonso Signorini, ha anticipato la presenza di una sua intervista nella quale però ci sarebbero delle dichiarazioni grottesche mai pronunciate dallex direttore.
La questione non finisce qui e avrà pesanti conseguenze anche sul fronte politico – ha esordito Dino Boffo – La cosa più assurda è che per 15 anni ho sempre sostenuto Berlusconi, il suo governo e molte sue linee politiche. Ho una formazione moderata, eppure in queste settimane sono diventato un’icona della sinistra.
Lex direttore di Avvenire precisa la sua posizione nei confronti del settimanale Chi, affermando: Quelle che mi si attribuiscono sono dichiarazioni semplicemente grottesche. Smentisco nel modo più categorico di aver rilasciato in questi giorni una qualsiasi intervista a Chi o a qualunque altro giornale. Venerdì 4 ottobre – ha aggiunto Boffo – dietro sua insistenza, ho accettato di parlare al telefono con il direttore Signorini dal quale nei giorni precedenti era venuta una singolare dichiarazione di solidarietà e questo mi disse che era stato richiamato dal suo editore.
Immediatamente – ha proseguito l’ex direttore di Avvenire – precisai che se mai avessi deciso di parlare con qualche giornale non avrei certo potuto farlo con una testata riconducibile al gruppo che mi aveva massacrato. Egli insisteva per avere elementi onde fare un servizio di ‘riparazione’ e io gli dissi che poteva rivolgersi a chiunque del suo mi conoscesse o del mio mondo che lui conosce. Insomma quelle che mi si attribuiscono sono dichiarazioni semplicemente grottesche sull’attendibilità’ delle quali ognuno può giudicare da sé.
Vorrei solo ricordare – ha concluso – che l’atto temerario condotto da Feltri-Sallusti ha preso le mosse per loro dichiarazione da quanto scritto su Avvenire.