CORTINA D’AMPEZZO. “Vada a morire ammazzata”. Parole dure quelle del ministro per la pubblica amministrazione, Renato Brunetta, contro quella che lui definisce “la sinistra per male”, ossia quella in contrapposizione con “i compagni della sinistra per bene”.
O meglio, contro quella sinistra che, a suo avviso, sarebbe rappresentata da “elite irresponsabili”, come quelle “della rendita parassitaria, burocratica, finanziaria, editoriale”, che starebbero preparano “un vero e proprio colpo di stato”.
Dal convegno del Pdl veneto, a Cortina d’Ampezzo, Brunetta spiega: “Questa sedicente elite in questo anno di grande crisi ha pensato solo a come far cadere un governo che guarda caso cominciava a colpire proprio le case matte della rendita”. Brunetta si rivolge “alla povera sinistra che da questa finta elite si fa irretire”. “Propongo – ha aggiunto – una lotta di liberazione per i compagni della sinistra per bene: liberatevi da questo abbraccio mortale di questa cattiva finanza, di questo cattivo sindacato, di questi cattivi gruppi editoriali”.
Brunetta parla anche dei rapporti con la Chiesa: “Nei confronti della Chiesa stiamo dalla stessa parte. Quando la chiesa opera sul territorio e si fa carico dei fedeli spesso lo fa meglio di quanto lo faccia lo Stato”. Ma sottolinea: “Quando però certi esponenti della Chiesa giocano al massacro, quella non la considero Chiesa ma ideologia politica con la tonaca”. E rileva che “la Chiesa non ha mai avuto tanto dallo Stato italiano in termini di 8 per mille e questo dimostra la nostra serietà”.
Il ministro affronta anchetemi delicati per il Pdl, come i disaccordi tra il premierSilvio Berlusconi e il presidente della Camera Gianfranco Fini: “Le riflessioni di Fini sono una ricchezza per il Pdl. Il partito dovrà essere capace di trovare una straordinaria soluzione di compromesso alto su temi difficili come quelli che dividono, ad esempio la bioetica”.
Alle domande riguardanti i prossimi contratti del pubblico impiego, il ministro ha riposto: “I patti vanno rispettati da tutti e il governo rispetterà i patti”. La crisi, secondo Brunetta, ha fatto aumentare il potere d’acquisto dei dipendenti e dei pensionati. I 32-33 milioni di italiani a reddito fisso, per il ministro, hanno potuto contare su aumenti salariali e pensionistici del 3-4%, a fronte di un’inflazione dell’1-2%. “Questo è il segno – spiega – che non c’è stata crisi sociale, pure in presenza di un Pil sotto di 5 punti. A soffrire, invece, sono state le imprese e i lavoratori autonomi a causa della diminuzione del calo dei consumi. Hanno resistito ma non potranno farlo ancora per molto. E perchè sono diminuiti i consumi? Per la paura”. Per Brunetta il problema ora è di passare alla “fase due”, ovvero dare “un’accelerazione tra la fine dell’anno e l’inizio del 2010 sostenendo i lavoratori autonomi che, in questi mesi, hanno sofferto ma tenuto. Rilanciare i consumi – ha rimarcato il ministro – significa dare ossigeno al lavoro autonomo e tutelare chi ha un reddito fisso”. Questo dovrà essere fatto attraverso tre percorsi: le riforme (Welfare, burocrazia, federalismo, ecc…), gli investimenti e lo stimolo alla spesa.
Tra le prime reazioni alle parole di Brunetta sul “colpo di Stato” quella diMaurizio Ronconi, responsabile Enti Locali dell’Udc: “Che un ministro della Repubblica evochi il rischio di un colpo di Stato è un fatto gravissimo che merita una immediata risposta da parte dei Servizi e un altrettanto urgente chiarimento del ministro di fronte al Parlamento. Se invece – osserva Ronconi – la dichiarazione è stata solo il ‘rafforzativo’ di un ragionamento politico ci troviamo di fronte a un ministro irresponsabile oltre che caricaturale”.
Per Maurizio Zipponi, responsabile Welfare e lavoro dell’Italia dei Valori, il ministro Brunetta “ormai sa solo insultare” e, alla proposta del partito di Di Pietro di detassare le tredicesime 2009/2010, “ha già risposto di no”. “Mentre il Governo discute proposte come quella delle gabbie salariali che sono solo aria fritta, ‘fumo a manetta’ contro i lavoratori del nord e del sud”, aggiunge Zipponi, che conclude: “Italia dei Valori lancia nel Paese una grande campagna per ridurre le tasse sul lavoro indicando dove e come reperire le risorse, a partire da una tassazione delle rendite speculative e delle stock-options, oggi vergognosamente al 12,5%, le piu’ basse in Europa”.