Festa Pd, il “cameriere” Franceschini rinuncia al comizio

di Redazione

Dario Franceschini GENOVA. Dario Franceschini ha rinunciato al comizio finale in occasione della festa del Pd per “non approfittare del vantaggio del ruolo di segretario”.

Una scelta che però ha deluso i militanti, i quali invece attendevano un intervento del candidato che, comunque, si è presentato per un saluto nella sala “Guido Rossa”, parlando però da segretario. Un intervento di mezz’ora sui temi generali del momento politico attuale e non sul congresso del Pd dopo il quale, ha detto, “chiunque vincerà avrà il sostegno di tutti”.

Franceschini è arrivato a Genova all’ora di pranzo e per un’ora si è improvvisato cameriere al ristorante di pesce della Festa. In conferenza stampa ha chiarito: “Non è vero niente di ciò che è stato rappresentato, cioè lacerazioni, divisioni e scissioni. Il percorso verso il 25 ottobre sarà di arricchimento e poi chi vincerà avrà il sostegno leale di tutti. Gli iscritti e i simpatizzanti ascolteranno i candidati e poi sceglieranno consapevoli che il nostro è un appuntamento importante per il futuro del partito ma anche del paese. Ma dobbiamo non solo garantire che il 26 ottobre chi vince avrà il sostegno di tutti ma anche l’impegno a tener distinto confronto franco pur con qualche punta di asprezza dal fatto che all’esterno bisogna parlare con una voce sola”.

Sul futuro, ossia continuare da soli o fare alleanze, risponde: “Una cosa è costruire alleanze tra partiti che condividono un programma di governo, altra cosa è proporre di tornare indietro a coalizioni frammentate e litigiose di 11 partiti. Per me è tutto semplice e non capisco perché gli addetti ai lavori si appassionano tanto. Non ho mai conosciuto uno, da Trento alla Sicilia, che dica che il Pd debba prendere il 51% da solo. Dobbiamo lavorare per vincere e perciò bisogna fare delle alleanze come abbiamo fatto per le amministrative e faremo per le regionali. Ma formeremo alleanze sulla base di un programma di governo condiviso”.

Dopo aver ringraziato i presidenti della Camera e del Senato, Fini e Schifani,per aver partecipato, Franceschini ha fatto un accenno all’assenza di altri esponenti del centrodestra: “Evidentemente la volontà era una volontà diversa, era impedire con un ordine ai propri ministri di venire a confrontarsi nella festa del principale partito di opposizione. Noi siamo quotidianamente attaccati e qualche volta, con una certa frequenza, anche insultati dagli esponenti della maggioranza. A me capita quasi quotidianamente, ma tutti i dirigenti di partito che sono stati invitati alle feste del Popolo della libertà sono andati ugualmente”.

Infine, un riferimento ai temi di questi ultimi giorni che riguardano il caso Boffo e gli attacchi alla stampa italiana fatti da Berlusconi. “La battaglia per la libertá di informazione – dice Franceschini – con la manifestazione del 19 settembre, è importantissima ed è bene non sia una battaglia solo del Pd o solo di una parte. Vedremo chi parteciperá”.

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