ROMA.L’Unione Europeaha chiestoinformazioni a Italia e Malta sul respingimento del gommone con a bordo 75 migranti che navigava nel Canale di Sicilia.
Unportavoce dellEsecutivo comunitario, Dennis Abbott, ha sottolineato che”qualunque essere umano ha diritto di sottoporre una domanda che gli riconosca lo statuto di rifugiato o la protezione internazionale”. Inoltre ha ricordato una lettera del commissario alla Giustizia, libertà e sicurezza, Jacques Barrot, nella quale ha scritto: “Il principio del non respingimento, così come è interpretato dalla Corte europea dei diritti delluomo, significa essenzialmente che gli Stati devono astenersi dal respingere una persona (direttamente o indirettamente) laddove potrebbe correre un rischio reale di essere sottoposta a tortura o a pene o trattamenti inumani o degradanti”.
Il ministro dellInterno, Roberto Maroni, definisce la richiesta come “una prassi assolutamente normale che è avvenuta in passato”. “Si tratta di una richiesta di informazioni”, ha detto uscendo dalla sede della Lega di via Bellerio – a cui noi abbiamo sempre risposto, continueremo a farlo e che non ha portato ad alcuna presa particolare della Commissione. Siamo assolutamente tranquilli”. L’esponente del governo ha poi negato che in futuro siano previste regolarizzazioni anche per altri lavoratori: “Quello del lavoro domestico è un settore verso il quale è necessaria molta attenzione ed è per questo che parte la procedura per l’emersione e la regolarizzazione di chi lavora. Non è però al vaglio del governo la possibilità di dare il via a una procedura simile per altre tipologie di lavoro”.
Dunque il ministro ha assicurato che proseguiranno i respingimenti degli immigrati, invitando i media a diffondere notizie con prudenza: “In Libia c’è la sede dell’Alto Commissariato e l’ultimo respingimento è stato fatto in acque internazionali. Non so chi ha diffuso notizie secondo le quali gli immigrati erano del Corno d’Africa. Per il barcone di qualche settimana fa con 75 clandestini, la stampa aveva scritto che si trattava di curdi e iracheni, quindi di profughi. E invece è emerso che erano tutti egiziani e in Egitto sono già stati rispediti”. Maroni ha quindi precisato che il respingimento dei clandestini verso la Libia “fa parte di un protocollo sottoscritto quando ministro dell’Interno era Giuliano Amato”.
Intanto, sembra che il gommone ancora sia arrivato in Libia,si trova a circacinque miglia dalle coste del Paese africanoa cause delle cattive condizioni del mare.
Sulla questione è intervenuto anche il leader dell’Idv, Antonio Di Pietro: “A me pare che un po’ di umanità ci debba essere e che questo governo sia reintroducendo invece il fascismo, il nazismo la xenofobia di una volta. Noi dell’Idv siamo convinti che non possiamo accogliere tutti gli immigrati del mondo nel nostro Paese e che il problema riguarda tutta la società occidentale, l’Europa che devono trovare una linea comunque, ma tutto questo non è una buona ragione per buttare a mare come scarafaggi le persone che stanno in mezzo al mare e in pericolo di vita e soprattutto quelle persone che vengono da noi per motivi di asilo politico o grave malattia”.