Numerose persone, specie nei Comuni a ridosso dell’epicentro, ma anche in località più distanti, hanno lasciato l’abitazione per poi rientrarvi solo dopo decine di minuti. Paura anche nei centri commerciali e nelle chiese come quella di Valle Pretara dove il sacerdote ha interrotto la funzione per dar modo ai fedeli di evacuare la sacrestia dove si celebra la messa (la chiesa è ancora inagibile) in maniera precauzionale.
Dopo un periodo senza scosse, nella zona del cratere del terremoto del 6 aprile torna l’incubo. Lescossa di oggi, assieme ad un’altra più lievedi magnitudo 2.5, hanno fatto ripiombare le popolazioni terremotate nella paura. Tuttavia, non si sono viste scene di panico, testimoniate dal fatto che le forze dell’ordine non hanno ricevuto segnalazioni di disagi.
Intanto, a L’Aquila è diventata pressante la preoccupazione in riferimento a una scadenza, quella dei sei mesidal tragico sismadel 6 aprile, che secondo molti terremotati segnerebbe la via di svolta e l’allontanarsi delle scosse più violente. Questa convinzione si è fatta largo confrontando l’esperienza con il terremoto di Marche ed Umbria quando fra le due scosse più gravi passarono sei mesi.
Il terremoto “è ancora una replica del sisma del 6 aprile”, rilevano gli esperti della sala sismica dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia. “Non si tratta di un evento legato alla sequenza in atto nella zona dei Monti Reatini – osservano i sismologi – e non è escluso che questo sisma possa innescare altri eventi nelle prossime ore”.