TEVEROLA. Sabato mattina, alle ore 11, nel cimitero comunale, sarà celebrato il 66esimo anniversario della morte dei 14 carabinieri e due civili uccisi dai nazisti a Teverola il 13 settembre del 1943, durante la seconda guerra mondiale.
Un evento organizzato dallIspettorato regionale dellAssociazione nazionale carabinieri, retto dal generale Domenico Cagnazzo, e dal Reparto territoriale dei carabinieri di Aversa, guidato dal tenente colonnello Francesco Marra. Saranno presenti i commissari straordinari del Comune. Una corona dalloro sarà deposta al monumento in via Roma, che ricorda il sacrificio dei cosiddetti martiri di Teverola.
Era il 12 settembre 1943, quando i tedeschi incendiarono lAteneo di Napoli, saccheggiarono le abitazioni attigue e, sotto gli occhi degli abitanti del rione Porto, fatti appositamente radunare, trucidarono un marinaio che aveva lanciato bombe contro di loro. Quindi attaccarono la stessa caserma della stazione Porto. I 14 carabinieri della stazione, incuranti della schiacciante superiorità avversaria e pur consci di non poter ricevere alcun aiuto, reagirono con bombe a mano e con mitra. I tedeschi risposero al fuoco rabbiosamente. I carabinieri, esaurite le munizioni, furono circondati, sopraffatti e catturati. Lautocarro che trasportava i 14 militari dellArma sostò prima presso un campo di concentramento nei pressi di Aversa, poi raggiunse, durante la mattina del 13 settembre, la località Madama Vincenza nel Comune di Teverola. Alle 15, i carabinieri vennero condotti a piedi in un vallone, ai margini del quale erano piazzate quattro armi automatiche. Assieme a loro due cittadini di Casaluce, anchessi condannati alla morte perché rifiutatisi di collaborare con le truppe tedesche. Due lunghe raffiche furono lepilogo del tragico episodio. Subito dopo, uno dei nazisti, armato di pistola mitragliatrice, infierì sui morti e sugli agonizzanti, sparando allimpazzata. Alla memoria dei 14 carabinieri verrà concessa la medaglia dargento al valor militare. Le salme dei valorosi militari riposano ora a Teverola, in ununica tomba, voluta, dopo la liberazione, dallunanime consenso degli abitanti teverolesi.