AVERSA. I profondi buchi di personale ormai denunciati da tempo nellintera sanità regionale, e particolarmente vistosi nella sanità aversana, cominciano a produrre le prime grosse storture di un sistema che non riesce proprio più a mantenere gli impegni nei confronti dellassistenza.
I medici della Continuità assistenziale di Aversa, una volta Guardia Medica, denunciano infatti un episodio particolarmente grave capitato il 22 ottobre scorso, quando alle ore 12 la Centrale Operativa del 118 di Caserta attivava proprio la Continuità Assistenziale di Aversa chiedendo limmediato intervento di un medico, cui veniva imposto di portarsi presso il domicilio di un utente in Piazza Bernini, visto che lautoambulanza del 118 della postazione di Aversa inviata allo stesso indirizzo non aveva il medico a bordo.
Un iter, quello adottato dalla Centrale Operativa, un tantino strano, visto che i medici del 118 sono medici dipendenti, specificamente formati per lemergenza, mentre quelli della Continuità Assistenziale sono medici convenzionati che continuano lattività propria del medico di base e quindi non effettuano né emergenza, né servizio sullambulanza. La Centrale Operativa, che stanzia presso lAzienda Ospedaliera di Caserta, ha comunque fatto di più, infatti, una volta arrivato sul posto, il medico di Continuità Assistenziale ha visitato il paziente, e riscontratone le gravi condizioni, contattando la Centrale Operativa stessa, veniva invitato a salire sullambulanza e ad accompagnare il paziente in ospedale. In pratica, trovare soluzione alla carenza di personale a qualunque costo, anche utilizzando personale non specificatamente addetto a tale mansioni.
I medici aversani ora insorgono a questo tipo di soluzioni e, con una nota al Dipartimento del Territorio e al Sindacato, stigmatizzano le soluzioni della Centrale Operativa di Caserta e chiedono lumi. I pazienti naturalmente continuano ad essere pazienti e a chiedersi dove vuole arrivare questo sistema.