Primarie, la Iorio tiene testa ai “poteri forti”

di Redazione

Ida Iorio  AVERSA. “Sono contenta. La gente ha fatto capire di essere pronta per un politica diversa, fatta anche di persone nuove, propositive e senza trascorsi politici pesanti”.

Non possono che essere di soddisfazione i commenti a caldo di Ida Iorio nel post primarie. La bionda giornalista aversana, candidata come capolista all’Assemblea regionale del Partito Democratico per la mozione “Franceschini con Impegno”, ha ottenuto, praticamente da sola, 431 preferenze, a fronte di risultati non di molto superiori da parte delle due liste che sostenevano Amendola per la mozione Bersani al regionale e che avevano tra i loro candidati pezzi forti della nomenclatura politica dell’Agro.

Precisamente la lista che vedeva candidato al regionale per Amendola il consigliere comunale Francesco Gatto (figlio dell’ex parlamentare Mario) ha ottenuto 456 voti, mentre quella che vedeva candidati, tra gli altri, l’ex parlamentare Lorenzo Diana, l’ex segretario dei Ds Eugenia D’Angelo e la moglie dell’ex margheritino Francesco Pecorario ha ottenuto 570 voti. Senza compagni di cordata, invece, la Iorio, nel guidare la sua lista per l’assemblea regionale a sostegno di Impegno, è riuscita a catalizzare 431 consensi. Appena 25 in meno alla lista di Gatto e 139 in meno all’armata Diana-Caputo-Pecorario e, spostandoci un po’ più in là, Dario Abbate, Ubaldo Greco ecc. ecc…

“Considerando l’assenza di una struttura collaudata alle mie spalle e l’aver dovuto improntare la campagna elettorale unicamente sulla mia persona – aggiunge la Iorio – non posso che raccogliere con ottimismo i dati usciti dalle urne. Un consenso forte che mi spinge ad andare avanti sul percorso intrapreso e che, al momento, non mi può che far dire grazie, veramente grazie a tutti quanti hanno deciso di sostenermi votandomi”.

Buono anche il risultato della lista Franceschini al nazionale, dove la capolista Pina Picierno è riuscita a battere, e non di poco, nel duello a distanza, il parlamentare di Teverola Stefano Graziano.

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