GIUGLIANO (Napol). Un carabiniere motociclista, Giovanni Salvo, 31 anni, è morto durante un inseguimento a Giugliano, in località Lago Patria.
Il tragico incidente è avvenuto intorno alle 14.30, quando i carabinieri motociclisti di una pattuglia della Stazione di Villaricca, impegnati in un servizio di prevenzione lungo la Circumvallazione Esterna, hanno notato uno scooter senza targa con in sella due giovani.
Il mezzo aveva imboccato via San Francesco a Patria in direzione di Lago Patria e presentava caratteristiche simili a quelli solitamente utilizzati per rapine a motociclisti ed automobilisti in transito nella zona.
Il capo servizio, il carabiniere scelto Giovanni Salvo, ha fatto cenno al collega di seguire lo scooter per fermarlo e procedere a controlli ma nel corso del pedinamento – non accorgendosi probabilmente che un autobus della Ctp (Consorzio trasporti provinciale) si era accostato al margine destro della carreggiata per una fermata – ha impattato violentemente contro lo spigolo posteriore sinistro del mezzo. Salvoè deceduto pochi minuti dopo l’incidente a causa delle gravissime lesioni riportate, nonostante i primi soccorsi prestati dal collega e i ripetuti tentativi di rianimazione del personale medico del 118 intervenuto sul posto.
Fratello del maresciallo capo Pietro, comandante della Stazione carabinieri di Sessa Aurunca (Caserta) nonché del luogotenente Giuseppe e del tenente Enrico, in servizio presso reparti dell’Esercito, Giovanni Salvo,originario di Montedoro (Caltanissetta), si era arruolato nell’Arma nell’ottobre 2003. Dopo il corso di formazione era stato destinato alla Stazione di Crispano, nel napoletano, dove aveva partecipato alle indagini sul clan camorristico dei Cennamo, attivo a Crispano e nei paesi limitrofi, che avevano portato alla disarticolazione del sodalizio criminale con l’arresto di 11 affiliati, tra i quali il capo del gruppo criminale, specializzato in usura ed estorsioni.
L’8 luglio 2009 era stato trasferito a domanda alla Stazione carabinieri di Pulfero, in provincia di Udine, ma dopo un breve periodo di permanenza aveva chiesto di tornare ad essere impegnato in una realta’ piu’ operativa, richiesta che era stata accolta con il suo trasferimento a Villaricca (Napoli) del 23 luglio scorso. Per la professionalita’ e l’impegno nell’indagine sul clan “Cennamo” era stato premiato con un encomio del comandante della Legione Carabinieri Campania, generale di brigata Franco Mottola, encomio che gli era stato consegnato il 6 ottobre nella caserma “Salvo d’Acquisto” dal comandante Interregionale Ogaden, generale di corpo d’armata Giuseppe Barraco.
Lascia la moglie 29enne e due bambine di 4 e 3 anni che vivono in Sicilia e che si sarebbero trasferite a breve in Campania. (AGI)