DUBLINO. Ha vinto il sì al secondo referendum per il Trattato di Lisbona che si è tenuto ieri in Irlanda. Il 67,1% degli elettori si è pronunciato a favore, 32,9% hanno votato contro.
L’affluenza è stata del 58%. E’ lo stesso premier irlandese Brian Cowen ad annunciare il risultato: “Il sì ha vinto. La gente ha parlato, questo è un buon giorno per l’Irlanda e per l’Europa”, ha detto. “Insieme all’Europa, siamo migliori e più forti. Il Trattato farà nascere un’Europa più forte e un’Irlanda migliore”. Soddisfazione è stata espressa anche dal presidente della Commissione Ue, José Manuel Barroso: è un “grande giorno per l’Europa grazie agli irlandesi che hanno detto un enorme sì”, ha detto.
Prima ancora dei dati definitivi il leader del gruppo anti-Lisbona Libertas, l’imprenditore Declan Ganley, ha ammesso la sconfitta. “Rispetto il risultato, in ogni caso, la gente si è espressa”, ha detto Ganley, che ha elogiato il premier Brian Cowen per la sua battaglia referendaria: “Dal punto di vista politico ha condotto una campagna fenomenale. E’ una vittoria convincente, un mandato, gli auguro ogni fortuna”.
Il ministro degli Esteri irlandese, Michael Martin, ha espresso la sua soddisfazione: “Sono felice per il Paese, sembra che la vittoria del sì sia convincente questa volta”, ha detto intervistato dalla radio nazionale. Il ministro ha parlato di una media nazionale vicina al 60%, in linea con quanto previsto dai sondaggi, e ha sottolineato come il futuro dell’Irlanda sia nell’Unione europea e non vi fossero “motivi validi per votare no”.
Già ieri sera gli exit poll informali diffusi dai partiti politici Fianna Fail e Fine Gael assegnavano la vittoria al sì con il 60%. Il passaggio di voti dal No al Sì è stato del 20,5% rispetto al 2008 quando il trattato fu bocciato una prima volta con il 53% dei voti contrari. Anche l’affluenza del 58% è stata superiore rispetto alla scorsa votazione. Per tutta la giornata si era temuta una diserzione dei seggi, ma molti hanno votato in serata dopo il lavoro approfittando dell’apertura fino alle 22, in particolare nell’area di Dublino. Il conteggio dei voti è iniziato alle 9 in punto (le 10 in Italia): da tutti i 43 distretti elettorali del Paese, i dati sono stati inviati al Castello di Dublino.
Superato il voto degli irlandesi, la pressione si sposta su Polonia e Repubblica Ceca, i cui leader euroscettici hanno rinviato la ratifica del Trattato di Lisbona. Già dopo i primi risultati da Dublino il presidente polacco Lech Kaczynski ha confermato che firmerà “subito” la ratifica del Trattato, a differenza del presidente della Repubblica Ceca, Vaclav Klaus, che resta nettamente contrario.