ROMA. “Il posto fisso? Confermo la mia completa sintonia con il ministro Tremonti: è un valore e non un disvalore. Così come sono un valore le partite Iva”
Lo afferma il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, per il quale le polemiche dopo le idee manifestatedal ministro dell’Economica GiulioTremonti sul valore ancora attuale del posto fisso nel mondo del lavoro,”sono l’ennesima conferma della malafede di molti esponenti della sinistra”.
“Il governo – spiega Berlusconi – è a fianco dei milioni di italiani che lavorano come collaboratori dipendenti così come è a fianco di milioni di italiani che intraprendono, rischiano e producono ricchezza per sé e per i loro collaboratori, nell’interesse dell’Italia”. “Il governo – dice ancora il premier lavora per una società fatta di libertà, di sviluppo economico e di solidarietà. A questi principi dell’economia sociale di mercato si ispira anche la tutela della famiglia come prezioso elemento di stabilità sociale ed economica, in piena sintonia con la Carta dei Valori del Popolo della Libertà, Carta che è esattamente la stessa della grande famiglia della libertà e della democrazia in Europa che è il Partito del Popolo Europeo”.
Da Confindustria, invece, arriva un’No’ alle idee di Tremonti sul valore ancora attuale del posto fisso nel mondo del lavoro. “Riteniamo che la cultura del posto fisso è un ritorno al passato non possibile, che peraltro in questo Paese ha creato problemi”, ha detto il presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia. “Ovviamente nessuno è a favore della precarietà e insicurezza in un momento come questo, in particolare. Però noi siamo per la stabilità delle imprese e dei posti di lavoro che peraltro non si fa per legge”, ha aggiunto.
Per le imprese, dunque, il problema è duplice: “da una parte serve fare riforme per rendere le imprese più competitive, dall’altra serve una flessibilità regolata e tutelata come quella fatta con Treu e Biagi che ha creato 3 milioni di posti di lavoro”, ha aggiunto la Marcegaglia. “Noi siamo quindi dell’idea che bisogna investire in ammortizzatori, formazione e in un migliore incontro tra domanda e offerta come indicato nel libro bianco del ministro Sacconi”, ha detto la presidente di Confindustria, ancora sottolineando comunque che il grosso del precariato non arriva dall’industria “dove il lavoro è più stabile”, ma è da cercare nell’università, nella pubblica amministrazione e nella scuola. “È a questo che dobbiamo dare una risposta”, aggiunge. “La forza di questo Paese – ha concluso – non è la cultura del posto fisso ma proprio come dice Tremonti sta nei 5 milioni di imprenditori piccoli e medi che rischiano, vanno sui mercati e cercano di fare tutto il possibile anche in un momento come questo”.