MONDRAGONE. La nona campagna di scavo nella grotta di Roccia San Sebastiano in località Incaldana, condotta con il contributo finanziario del Comune di Mondragone dallUniversità di Roma “La Sapienza”…
… in accordo con
“Si tratta di un risultato di assoluta importanza -afferma l’assessore Antonio Taglialatela – che ci impone, come Amministrazione Comunale ed in particolare come Assessorato alla Cultura, a rendere fruibile in breve tempo la grotta per consentire di condividere con il grande pubblico questi splendidi risultati. Molti reperti rinvenuti presso Roccia San Sebastiano sono oggi visibili presso il Museo Civico Archeologico ‘Biagio Greco’. Dobbiamo, tuttavia, fare un passo in più: dobbiamo permettere di poter visitare la grotta in piena sicurezza alle scolaresche e al pubblico in generale. Su questo obiettivo intendo spendere le mie energie, in collaborazione con il professor Piperno, la Soprintendenza Archeologica ed ovviamente il Direttore del Museo dottor Luigi Crimaco“.
Nonostante la diffusa presenza di siti musteriani, i resti fossili dellUomo di Neanderthal non sono molto frequenti in Italia. Questa specie, distinta dallUomo moderno, frequentò diverse grotte costiere del Lazio e della Campania centro-meridionale. Era già nota la sua presenza nelle numerose grotte del Monte Circeo, tra cui la famosa grotta Guattari dove venne rinvenuto, nel 1939, un cranio di questa specie e, più a sud, le grotte costiere ed interne del Parco del Cilento e Vallo di Diano, quali ad esempio la grotta di Castelcivita,
Con la scoperta di Roccia San Sebastiano, sappiamo che la vasta pianura davanti al Monte Massico, popolata circa 40mila anni fa da cavalli, buoi selvatici, cinghiali e cervi, i cui resti sono presenti in gran numero nel livelli preistorici della cavità, attirò per molto tempo, grazie alla sua conformazione, alla presenza di acqua e di materie prime quali la selce, numerosi gruppi umani della specie che precedette la nostra comparsa nella penisola italiana e in questi territori della Campania.