Beneficenza sindaco, Pd: “Capasso avrebbe fatto bene a tacere”

di Redazione

 SANT’ARPINO. “C’è veramente da restare sconcertati da questo lungo ‘elogio’ della magnanimità del sindaco fatto dal capogruppo di Alleanza Democratica”.

E ancora più grave la falsificazione dei fatti. Questo signore, mentendo sapendo di mentire, ci imputa di essere i responsabili del ‘clima politico avvelenato’. Il classico e tipico esempio del ‘bue che chiama cornuto l’asino’. Oggi gli avvelenatori di pozzi e i giullari di corte, rimasti isolati, si prestano (obbligati?), fino a prostituirsi politicamente, forse per elemosinare una candidatura alle provinciali e l’appoggio del sindaco. Allora, a questo ‘amico’ facciamo un invito: si adoperi affinché quest’esempio di magnanimità sia portato alla discussione del Consiglio.

Magari tale esempio contagerà anche i componenti della Giunta, i quali prima delle elezioni, con manifesti sei per tre, avevano promesso niente indennità e, invece, la percepiscono a mani basse. E promettiamo a questo signore di essere pronti a fare le scuse al sindaco. Sempre che gli atti e i fatti (non le parole del sindaco e dei suoi sodali) dovessero dimostrare la bontà del gesto.

E al Capasso qualche domanda la vorremmo porre. Ritiene corretta la procedura seguita dal sindaco? E se si, perché il sindaco si ostina a non volerla rendere pubblica? Chi ha deciso l’equa ripartizione tra le due associazioni, una storicamente radicata sul territorio e con tutte le registrazioni in regola, a cui vanno 400 euro, e l’altra, costituitasi durante le elezioni, a cui vanno, invece, 1800 euro? Cosa pensa del fatto che l’Ente a cui va oltre l’80% dell’indennità è intitolata ad un’associazione ‘Padre Pasquale Ziello’ (noto, apprezzato e stimato missionario del Pime, un’anima nobile e disinteressata che sicuramente si sta rivoltando nella tomba) e presieduta da un noto galoppino elettorale?

E, infine, perché il sindaco, che insiste sul concetto che i soldi sono suoi e ne fa l’uso che vuole, non ha scelto la strada più semplice e cioè quella di incassare l’indennità e farne, allora si in forma privata, l’uso più giusto e più opportuno? Sono, caro ‘amico’ Capasso, domande politiche e legittime o accuse infamanti, come impropriamente tu dici? Non si può volere la botte piena e la moglie ubriaca.

Se si firma un ‘Protocollo d’intesa’, se si danno indirizzi con una deliberazione di Giunta Comunale (atti pubblici) per definire la gestione della presunta devoluzione-beneficenza, non si può poi invocare la ‘zona franca’ del privato. Saremmo di fronte ad una smaccata concezione ‘proprietaria’ della cosa pubblica. Noi confidiamo che tutto questo Capasso lo capisca. Infine, riguardo all’appello a seguire il bel gesto, ricordiamo al novello ‘don Bosco’ che la beneficenza, per essere veramente tale, va fatta e non ostentata.

E quando diventa ‘vetrina’ è solo volgare strumentalizzazione di bisogni ed offende la dignità di chi la riceve. Chissà, forse sarebbe stato opportuno che a tacere fosse stato proprio il capogruppo di Alleanza Democratica”.

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