Di Santo e l’indennita’, Pd: “Verificheremo tutta questa magnanimità”

di Redazione

 SANT’ARPINO. “Il sindaco Eugenio Di Santo o ci è o ci fa. E’ convinto di prendere tutti in giro. Ma questo signore veramente pensa che i cittadini siano così stupidi?”.

Se lo chiede il Partito Democratico, che interviene dopo la notizia della rinuncia, da parte del sindaco, della sua indennità di carica, devoluta in beneficenza. “E’ dalla fase preelettorale – continua il Pd – che ha fondato la sua azione ‘politica’ sulla denigrazione e sulla menzogna. Intanto gli diciamo con fermezza che la sua incapacità amministrativa, dimostrata quotidianamente, produrrà, a medio e lungo termine, tanti di quei danni che non basteranno centomila e più indennità di carica ‘rinunciate’, per ripagare alla collettività i danni prodotti. Ma questo signore ha veramente rinunciato alle indennità? Oppure attraverso un ‘escamotage’, un artifizio, non ha ‘regalato’ ai cittadini l’ennesimo ‘pacco’ e inganno?

Vista la sua incosciente sfacciataggine, verificheremo presto la sua presunta magnanimità e lo sfidiamo, anche in un confronto pubblico, ad approvare la nostra proposta di una delibera di consiglio comunale sull’anagrafe degli eletti per verificare il reddito degli ultimi anni e chi veramente paga tutte le tasse. Chi non è in regola e non paga le tasse deve avere il coraggio di andarsene a casa. Anche a proposito della sua presunta beneficenza continua a mentire ed intorbidire le acque. Ma la menzogna e la mistificazione sono sorelle gemelle del Di Santo.

Non ci risulta che sia stata fatta alcuna consultazione tra Enti o Associazioni, bensì che Di Santo abbia deciso d’imperio di ‘devolvere’ la quasi totalità dell’indennità di carica, ovvero l’82% dell’importo, ad una ‘associazione’ creata ad hoc alla vigilia della sua candidatura a sindaco, il cui presidente è un fidato ‘collaboratore’ dello stesso sindaco ed appartenente allo stesso partito di turno.

Egli parla di atti e fatti. Allora perché non li rende pubblici? Confonde i suoi contatti personali con le procedure della consultazione pubblica. Questo la dice lunga sulla concezione che egli ha della cosa pubblica: una concezione proprietaria. Visto che ostenta la propria ‘beneficenza’, e ne fa una vera e propria propaganda per la sua immagine, perché si ostina a non volere rendere trasparente la gestione di quei soldi che privati non sono?

Ma quali ‘…soldi propri…’?. E’ il Comune di Sant’Arpino che ‘affida la gestione del contributo’ all’associazione con l’obbligo, da parte di quest’ultima, di rendere conto a chi vanno i soldi e per quali fini. Infine, il sindaco può spiegare come fa a pagare trattenute su un reddito che dice di non percepire?

E, allora, cari cittadini, è il caso di dire: perché non risponde a tutti questi interrogativi e non rende pubblici tutti gli atti, invece di sbandierare la sua presunta magnanimità”.

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