Lettere in redazione: “A quando il Metano sulla Variante?”

di Redazione

 AVERSA. “La fiammella blu si accenderà in viale Europa, questo è stato annunziato con grande enfasi da parte dell’amministrazione. E la variante?”.

Se lo chiede un nostro lettore in una mail inviata in redazione, che pubblichiamo integralmente:

“Ci riferiamo alla zona che va dalla ex Texas fino ai confini di Teverola: qualcosa che interessa circa diecimila abitanti di Aversa. Ormai del metanodotto sulla Variante nemmeno se ne parla più. Dopo diverse assicurazioni fatte e con le quali, almeno, si accennava, da parte dei responsabili comunali di eventuali lavori da farsi, ormai si cerca di buttare nel “dimenticatoio” tutta la questione. Però i lavori ‘ripetitivi’ si fanno ad iosa, ad esempio per rendere via Roma ‘carrabile’ o per riparare le malefatte in corso Umberto dove ci sono state decine di ripetizioni per tappare i tanti buchi lasciati da ditte e direttori di lavoro incapaci. Inoltre i permessi di occupazione dei marciapiedi da parte dei vari bar o negozi vari nelle strade dove non c’è nessuna isola pedonale ‘perpetua’, costringendo i pedoni (anche con handicap) a scendere sulla strada carrabile a rischio di essere investiti dalle auto. Per non parlare, addirittura, dell’occupazione di sede stradale laddove c’è un normale traffico di autoveicoli, già abbastanza stretta per la circolazione: vedi piazza Vittorio Emanuele, dove si continua a rilasciare permessi…impossibili.

Ma per tornare all’allacciamento del metano dobbiamo far notare che da informazioni raccolte presso i bene informati, emerge che: il motivo principale perché sulla variante non saranno eseguiti i lavori per la messa in opera del metanodotto è il costo eccessivo dovuto per la ‘coibentazione particolare’ da fare alle tubature interessate (causa: la Metropolitana) e che il Comune non vuole assumersi. Quindi un motivo non tecnico per i lavori da eseguire ma economico e che, comunque, potranno essere realizzati solo se gli abitanti dell’ex variante si faranno carico loro delle spese per tale opera. Esiste, perfino, una convenzione tra il Comune e la società Enel-gas per agevolare coloro che accettano tali condizioni, cioè di pagare di tasca propria le ‘spese’ occorrenti: avranno un ‘abbuono’ (gratis) i primi 15 metri di conduttura (?). Ma il metanodotto non è un servizio sociale? Attraversando un marciapiede ‘comunale’ (e quindi trovandoci sul suolo comunale) non dovrebbe essere il comune a dettare le condizioni del servizio. E poi, perché gli abitanti della zona devono sentirsi esclusi da questo servizio ‘pubblico’ solo perché il Comune considera ‘troppo oneroso’ il costo di tale opera? E un nuovo modo di interpretare la ‘giustizia sociale’?

E, ancora, i residenti non solo sono stati sottoposti a grandi sacrifici di viabilità durante i lavori per la Metropolitana (oltre ad un traffico enorme e caotico da sopportare quotidianamente in una strada statale poco ‘vigilata’) ma, adesso, anche puniti e privati di poter avere la fiammella blu nelle proprie case. Insomma è come dire, oltre al danno la beffa”.

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