Orario Vigili urbani, giudice respinge ricorso del Sulpm

di Redazione

Stefano GuarinoAVERSA. Respinto il ricorso del sindacato Sulpm contro l’articolazione oraria predisposta dal comandante della Polizia Municipale di Aversa, Stefano Guarino.

E’ stata depositata il 17 novembre la sentenza del Giudice del Lavoro di Santa Maria, dottoressa Di Martino, che ha dichiarato infondata la domanda del sindacato che rappresenta circa 10 dei 74 componenti del Corpo della Polizia Municipale di Aversa. Il ricorso contestava la modalità e la correttezza del percorso seguito dal dirigente nella disciplina degli orari di servizio.

“L’articolazione dell’orario di servizio dei Vigili – spiega il comandante Guarino – è stata progettata con un fine principale: adeguare il nostro servizio alle istanza della Città, in primis le tante scuole presenti sul nostro territorio. E’ rilevante poi ricordare anche che il Giudice ha chiarito in modo non equivoco che la prima pronuncia del Giudice del Lavoro, che aveva portato all’eliminazione del buono pasto, era stata correttamente interpretata dal Dirigente. Purtroppo mi rendo conto quanto sia stata amara la delusione del sindacato ricorrente che si è ritrovato contro i lavoratori penalizzati proprio dal quel loro primo ricorso”.

Il giudice ha chiarito, inoltre, che “l’adozione di provvedimenti da parte del Dirigente non è assolutamente subordinata al consenso delle organizzazioni sindacali, la cui tutela si esaurisce nell’attività di comunicazione e di concertazione”.

Inoltre, il giudice ha ritenuto, comunque, che gli incontri con le parti sindacali sono stati svolti con la partecipazione di autorevoli rappresentanti del sindacato ricorrente, i quali dopo aver partecipato contestavano la procedura di convocazione.

“Mi auguro che questa sentenza – conclude Guarino – faccia un po’ di chiarezza e che finalmente si capisca che il primo interesse è il rispetto dei lavoratori e dei diritti di tutti, innanzitutto di quelli dei cittadini che aspettano dalla Polizia Municipale di Aversa il servizio per cui, tra l’altro, pagano le tasse”.

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