Sfruttamento prostituzione, chiusi due locali notturni a Napoli e Caserta

di Redazione

 NAPOLI. I locali notturni “Femina” a Napoli e “Femina 2” a Capodrise (Caserta) sono stati sequestrati nell’ambito di una indagine condotta dalla Dda di Napoli per l’ipotesi di associazione per delinquere finalizzata allo sfruttamento della prostituzione.

I provvedimenti sono stati emessi dai pm Paolo Itri, Giovanni Conzo e Cristina Ribera. Le indagini della Direzione distrettuale antimafia partenopea e del Commissariato di Giugliano sono state coordinate dal primo dirigente Luigi Peluso e dal vicequestore Maria Rosaria Romano. Saverio Russo, 46 anni, e Teresa Palma, 43 anni, i proprietari dei due night, secondo le indagini della Polizia, non solo tolleravano la presenza di prostitute nel locale, ma le utilizzavano per reclutare e indurre alla prostituzione donne italiane e straniere, prevalentemente dell’Est europeo, sfruttandone il “lavoro”. Fra l’altro, proprio il Viale Carlo III, da Caserta e sino all’ingresso del casello autostradale della A1, è una fiorente “fabbrica del sesso”, con la presenza quotidiana di moltissime prostitute che, d’estate, arrivano sino sotto i balconi di casa.

Da indagini e dichiarazioni di pentiti sono emersi anche i rapporti tra il gruppo dei due imprenditori e clan della zona di Giugliano, nel napoletano. “Da ulteriori indagini, nonché dalle dichiarazioni di collaboratori di giustizia – si legge in una nota della Procura – sono emersi inoltre rapporti e collegamenti tra l’associazione in oggetto ed analogo sodalizio, di natura camorristica, operante tra Giugliano e le zone limitrofe”.

In manette sono finiti Salvatore Palma, 25 anni; Roberto Palma, 32 anni; Saverio Russo, 46 anni; Giuliano Russo, 22 anni; Aniello Russo, 42 anni; Teresa Palma, 43 anni e Luigi Guarino di 29 anni. Sono accusati, a vario titolo, di associazione a delinquere e sfruttamento della prostituzione con l’aggravante di aver agevolato l’attività di un’associazione camorristica operante nel giuglianese.

Pesavano 93 chilogrammi i documenti che furono necessari per aprire il sexy-disco-bar di Capodrise nel 2007, attualmente il locale più trendy della Campania. L’ente che ha richiesto più carta bollata per autorizzare il nuovo locale notturno è stato proprio il Comune di Capodrise (il Femina apre nei locali del grande albergo Novotel, lungo viale Carlo III, in territorio di Capodrise, che finora non aveva mai autorizzato l’apertura di night).

Il “Femina” in questi due anni è diventata il punto d’incontro non solo degli amanti degli strip – sempre più di moda in questi ultimi anni: vedi il caso degli Stati Uniti, dove ne apre uno al giorno di questi locali – ma anche dell’erotismo intrigante e culturale. Le “blue bell” del Femina sono trenta e si alternano tra i vari locali della catena. La maggior parte delle ballerine sono straniere, ma resiste nell’arduo lavoro anche qualche napoletana.

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