Caserta, picchiato e morto soffocato: arrestati 8 romeni

di Antonio Taglialatela

Bartolomeo CasparrinoCASERTA.Svolta nelle indagini sull’omicidio di Bartolomeo Casparrino, ucciso a Vairano Patenora, nel casertano, lo scorso 12 agosto durante una rapina nella sua abitazione.

I carabinieri del comando provinciale di Caserta hanno tratto in arresto 8 cittadini rumeni ritenuti responsabili del delitto. Sono stati rintracciati nelle province di Caserta, Milano, Cuneo e Catanzaro, al termine di una complessa attività investigativa culminata con l’emissione di decreti di fermo della Procura di Santa Maria Capua Vetere per scongiurare il pericolo di fuga all’estero.

Idettagli dell’operazione saranno resi noti lunedì mattina, alle 12, in conferenza stampa alla Procura di Santa Maria Capua Vetere.

Secondo le ricostruzioni operate dai militari dell’Arma la mattina successiva all’omicidio,alcuni uomini si intrufolarono all’internodella palazzinaal civico 69 di vico Santa Maria a Fratte, dove il cinquantenne viveva con la madre, intorno alle 2.30, accedendo da una botola sul tetto, facilmente raggiungibile tramite il vicoletto sul retro. Sorpresero nel sonno la signora Lucia, di 70 anni, e il figlio,immobilizzandoli,legandoli con fascette di plastica, e malmenandoli,per poi fuggire con il bottino.

l'abitazione di CasparrinoCasparrinofu picchiato acalci e pugni per farsi dire dove si trovava il denaro, fino a che la madre, per evitare il peggio, consegnò i contanti che erano in casa, circa 5mila euro. Quando i rapinatori si allontanarono l’anziana allertò i carabinieri. Ma al loro arrivoCasparrino giaceva a terra senza vita.

Sulla scena del delitto la vittima era completamente nuda, con mani e piedi legati, presentando ecchimosi e perdite di sangue.Ferite provocate dalle percosse subite, anche se il decesso avvenne per soffocamento.I rapinatori, probabilmente per mettere a tacere l’uomo che gridava, gli strinsero un cuscino sul volto, lasciandolo senza respiro.

Figlio unico, Casparrino viveva da tempo con la madre Lucia, separatasi daqualche annocon il marito Federico, 71 anni, che vive in una zona alla periferia del paese. Mai sposatosi, dal 1982 lavorava come bidello nel circolo didattico di Vairano Patenora. La sua era una vita umile. Nella piccola abitazione in cui avvenne il delitto, presa in affitto, vi era lo stretto necessario, nemmeno la televisione. Non aveva un’automobile, usciva in bicicletta. Niente svaghi o vizi particolari. I colleghi e la gente di Vairano lo ricordavano come un uomo disponibile e riservato, tutti escluserouna vendetta personale. Così come i carabinieri, che seguirono da subito la pista del colpo ben pianificato e sfociato nel sangue.

Durante l’attività investigativa è emersa la figura centrale di una donna rumena, tra le otto persone arrestate.Lei era un’amica dalla vittima, si frequentavano, anche se non avevano una relazione. Incontri che, però, sarebbero bastati alla donna per farle capire che l’uomo conducesse una vita all’insegna del risparmio e che quindi, in 27 anni di lavoro, avesse messo da parte gran parte dei suoi guadagni. Una somma che sarebbe pari a 50mila euro: un ‘bottino’ per cui rischiare. Da qui la decisione di coinvolgere altri suoi connazionali che vivevano al nord.

Le immagini video del 12 agosto 2009

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