D’Alema ministro degli Esteri Ue? Troppo “comunista” per i paesi dell’Est

di Angela Oliva

Massimo D'AlemaBRUXELLES. Per ricoprire la carica di Alto rappresentante per la politica estera Ue istituita dal Trattato di Lisbona era stato fatto il nome di Massimo D’Alema.

Oggi, però, sulla questione è intervenuto l’ambasciatore polacco Jan Tombinski che non si è opposta alla candidatura ma ha sollevato qualche problema relativa al passato “comunista” del politico italiano: “D’Alema è un problema. Sarebbe meglio avere una persona la cui autorità non può essere contestata a causa delle sue appartenenze politiche passate. Gli organi d’informazione italiani hanno parlato molto di D’Alema, ma il suo nome non è stato fatto al Consiglio Ue. Però è stato menzionato più volte in passato come affidabile e autorevole”.L’ambasciatore polacco ha parlato anche dell’altro candidato, il Ministro degli Esteri inglese David Miliband: “Milliband è il nome più pronunciato, anche perché le possibilità di Tony Blair stanno diminuendo ma potrebbe anche ritornare, niente è escluso”. Intanto crescono anche le quotazioni del premier belga Herman Van Rompuy e del premier olandese Jan Peter Balkenende.

Intanto il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi avrebbe contattato personalmente altre cancellerie europee, come quella francese e quella tedesca, per assicurare quella di D’Alema è una “candidatura forte”. Sostegno all’esponente del Partito Democratico è arrivato anche dal Ministro degli Estri Franco Frattini che ha affermato: “Se emergesse in concreto la proposta del Partito socialista europeo di D’Alema, noi la sosterremmo con convinzione. È chiaro che avere un italiano in un posto così importante è comunque un onore e un orgoglio per l’Italia”.

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