Finanziaria, ok della Camera. Ma governo battuto due volte

di Redazione

MontecitorioROMA. La Camera ha approvato, con 467 voti favorevoli, due astenuti e nessuno contrario, la legge Finanziaria. Su due emendamenti presentati da Pd e Idv, però, il governo è stato battuto.

Si tratta degli emendamenti all’articolo 21 sul bilancio di previsione, che hanno visto il Pdl andare sotto e sui quali anche il viceministro all’Economia Giuseppe Vegas e il relatore del ddl avevano espresso parere contrario. Un terzo emendamento del Pd, a firma Linda Lanzillotta, è finito in parità ed è quindi stato bocciato.

Già in precedenza il governo si era salvato per soli due voti grazie alle assenze dei rutelliani, che partecipavano alla conferenza stampa di presentazione di Alleanza per l’Italia. L’emendamento dell’Idv introduce un raccordo tra i programmi di bilancio e la nomenclatura Cofog (nomenclatura di riferimento internazionale). L’emendamento del Pd evidenzia il collegamento tra gli indicatori e i parametri di previsione e il sistema di indicatori e obiettivi adottati da ciascuna amministrazione per le valutazioni previste dalla legge Brunetta sulla produttività nel lavoro pubblico e dai successivi decreti.

Governo e maggioranza erano stati battuti anche martedì nel corso delle votazioni sull’articolo 7. Anche in quel caso si trattava di un emendamento del Pd che prevede che il governo porti in Parlamento entro il 15 settembre uno “schema di decisione di finanza pubblica” e non più la “decisione di finanza pubblica” (Dpf) come indicava il testo dell’esecutivo. Il Dfp è il documento che sostituirà il Dpef. La nuova formulazione modifica in sostanza il “peso” della valutazione del documento che prima era predisposto in via ultimativa dal governo, mentre ora pone l’accento sulla valutazione che dello “schema” potrà fare il Parlamento.

“Ancora due sconfitte in Aula per maggioranza e governo, a dimostrazione della scarsa tenuta di un centrodestra ormai nel caos”, è il commento del Pd a Montecitorio. “Se si considera che con quelle di oggi arriviamo a ben 28 sconfitte in aula alla Camera dall’inizio di legislatura – prosegue il comunicato – e se si guarda ai numeri del voto da cui risulta una presenza compatta dei gruppi di opposizione, tutti ben oltre il 90 per cento, e delle numerose assenze (nel Pdl mancavano all’appello 68 deputati fra assenze e missioni), il quadro è completo”.

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