Fini: “Io sono leale, non supino”

di Redazione

Gianfranco Fini ROMA. Ospite a Che tempo che fa, il presidente della Camera Gianfranco Fini si conferma critico verso alcune scelte del Popolo della Libertà.

“Il Pdl così com’è organizzato non mi soddisfa al 100 per cento. È la caserma che non mi piace” dice Fini, che, sull’ipotesi avanzata dal direttore del Giornale, Vittorio Feltri, dell’intenzione di Berlusconi di chiedere a tutti i parlamentari del Pdl di firmare un documento che li impegni ad appoggiare una legge che metterebbe il premier al riparo dai processi, lui risponde: “Gli autografi si chiedono a Sting, non ai deputati. Il presidente della Camera non firma nulla. I deputati si regolino loro. Comunque quel che scrive Feltri mi lascia del tutto indifferente. Feltri è un direttore indipendente, bisogna vedere se è indipendente dalla sua volontà. Il fatto è che Berlusconi è il suo editore. E questo è quello che non mi quadra. Mi fa ridere la definizione di ‘compagno Fini'”.

Il numero due del Pdl poi ammette:”Non ho difficoltà a dire che su alcune questioni con Berlusconi abbiamo opinioni diverse. Quando non condivido alcuni obiettivi non lo mando a dire, lo dico. Quando si è leali con una persona, occorre dire cosa non si condivide, se no non si è leali, si è supini”.

Sempre sul tema della giustizia, itiene che una legge sulla prescrizione breve danneggerebbe molti cittadini in cui sono parte lesa nei processi che cadrebbero in base a questa norma. “Il 95% dei magistrati è da ringraziare. La magistratura ha pagato un tributo altissimo di vite. Fatte queste premesse, discutiamo pure delle cose che non vanno, come l’abnorme lunghezza dei processi”. Fini dice di ricordarsi del “problema di non togliere ai cittadini il sacrosanto diritto di sapere chi ha ragione e chi ha torto. Se con una leggina questo diritto gli viene tolto, giustamente il cittadino si arrabbia”.

E, ancora, su Berlusconi: “Ha ildiritto di governare perché glielo hanno dato gli elettori, madeve governare nel pieno rispetto di altri organismi previsti dalla Costituzione. Governare implica rispetto della Corte costituzionale, del Parlamento, del presidente della Repubblica e della magistratura. Auspico che le riforme siano condivise. Una riforma a maggioranza non è oppresione, ma le istituzioni sono la casa degli italiani”. Sulle riforme istituzionali è meglio il dialogo con l’opposizione, superando il clima “da derby permanente”.

Si è anche parlato delle regionali del prossimo marzo, per le quali Fini reputa “inopportune” alcune candidature del Pdl, nonostante queste abbiano “un sacco di voti”. E a quel punto Fazio ha chiesto se si riferisse al sottosegretario all’Economia Nicola Cosentino, papabile candidato alla presidenza della regione Campania: “Anche a me – ha risposto Fini – è capitato di sentire discorsi tipo ‘quello deve essere candidato perché ha un sacco di voti, perché conta nella zona’. La politica farà un passo avanti quando dirà: meglio non candidarlo perché anche se ha un sacco di voti, magari quei voti dipendono da poteri non trasparenti”.

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