MILANO. Jeans e felpa, e nelle mani la busta gialla contente i propri effetti personali. Il messaggio che lanciano il Comune, il Governo e le Forze dellordine è chiaro: ogni voce fuori dal coro deve essere chiusa.
Loro provano a metterci paura ma noi andremo avanti perché la nostra è una battaglia di libertà, in un paese dove di libertà ce nè sempre di meno. Così i due ventenni, Matteo Tunesi e Gianmarco Peterlongo, escono dal carcere del Tribunale di Milano, dove hanno passato una sola notte, in seguito alla decisione di scarcerazione del giudice Lacaita. I due, arrestati martedì scorso in seguito ai disordini scaturiti dalla manifestazione studentesca non autorizzata in piazza, con laccusa di resistenza e lesioni a pubblico ufficiale, sono stati accolti da una soddisfatta folla di compagni che esponevano cartelli con su scritto La vostra repressione non fermerà la nostra ribellione. Jimmy e Teino liberi subito, E adesso manganellateci tutti e con un corteo proseguito fino in Piazza Fontana.
Entrambi gli imputati, che avevano già avuto incontri con la giustizia relativi ad occupazione di scuole e aggressione, si sono detti soddisfatti della decisione presa dal giudice, che ha considerato lo stesso arresto troppo eccessivo, ma con linvito a comportarsi bene. Allo stesso tempo si sono però detti dispiaciuti per aver recato danno a qualcuno, giustificandosi in quanto portati via con la forza da un corteo pacifico. Come ha affermato il loro legale: Non volevano far male a nessuno, ma intanto al poliziotto colpito sono stati dati sette giorni di prognosi, per i calci e i pugni presi.
E a puntare il dito contro Matteo e Gianmarco il vicesindaco e assessore alla sicurezza di Milano, Riccardo De Corato, che ha definito troppo facile le pratiche di scarcerazione della giustizia italiana, rendendo così troppo difficile la tutela dellordine pubblico da parte delle forze dellordine. Negative le posizioni nei confronti del centro sociale Il Cantiere, di cui i ragazzi facevano parte, che, come ha affermato il numero due della giunta milanese, da anni fomenta tensioni in città pur occupando abusivamente uno stabile da otto anni. De Corato rassicura, però, i suoi cittadini, affermando che gli studenti coinvolti, circa 400, rappresentano solo lo 0,2% dellintero corpo studentesco milanese, considerando così il fenomeno fortemente marginale e senza ripercussioni ulteriori.
Il processo riprenderà il prossimo 25 novembre, ma non fermerà le contestazioni studentesche che perdureranno fino all11 dicembre, giorno in cui si terrà il prossimo corteo in concomitanza delle mobilitazioni nazionali.