ROMA. Si riaccende la polemica tra Pd e Idv, il pomo della discordia, stavolta, è la partecipazione al No Berlusconi day.
Molti i partiti che hanno confermato la loro presenza in piazza il prossimo 5 dicembre per chiedere le dimissioni del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi. Il Partito Democratico, invece, ha annunciato che non ha intenzione di partecipare alla marcia anti-premier perché lantiberlusconismo si dimostra nei fatti quotidiani.
Ma la scelta del Pd ha agitato le acque della politica e, in particolar modo, è stato il leader dellIdv Antonio Di Pietro che ha esortato il maggior partito della sinistra alla partecipazione: Il 5 dicembre, tutti insieme, scendiamo in piazza per manifestare contro le politiche di questo governo che lascia per strada migliaia e migliaia di lavoratori, che fa chiudere aziende tutti i giorni ed annichilisce le funzioni del Parlamento, utilizzandolo solo per fare leggi ad uso e consumo del Presidente del Consiglio e della sua lobby piduista. Chi non sarà con noi – aggiunge – sarà alla stessa stregua del governo Berlusconi. Non ha senso dire: Non abbiamo convocato noi la manifestazione quindi non possiamo andarci? Toglietevi il cappello da primi della classe e partecipate alla manifestazione indetta dal popolo della Rete, insieme con noi, poveri, umili oppositori di questo governo Berlusconi.
Dal Pd ribadiscono la loro decisione di non partecipare come ha sottolineato il segretario Pierluigi Bersani: Noi facciamo le nostre manifestazioni e lezioni di antiberlusconismo non le prendiamo da nessuno. Il più antiberlusconiano è quello che riesce a mandare a casa il presidente del Consiglio, non quello che grida di più. Dopodiché, se le parole d’ordine sono accettabili non c’è divieto per i militanti del Pd di partecipare anche a manifestazioni indette da altri.
Intanto continua la campagna di persuasione alla partecipazione alla manifestazione da parte degli organizzatori delliniziativa, nata su Facebook da un gruppo di blogger: Berlusconi costituisce una gravissima anomalia nel quadro delle democrazie occidentali e lì non dovrebbe starci, anzi lì non sarebbe nemmeno dovuto arrivarci: cosa che peraltro sa benissimo anche lui e infatti forza leggi e Costituzione come nel caso dellex Lodo Alfano e si appresta a compiere una ulteriore stretta autoritaria come dimostrano i suoi ultimi proclami di Benevento. Non si può più rimanere inerti di fronte alle iniziative di un uomo che tiene il Paese in ostaggio da oltre 15 anni e la cui concezione proprietaria dello Stato lo rende ostile verso ogni forma di libera espressione come testimoniano gli attacchi selvaggi alla stampa libera, alla satira, alla Rete degli ultimi mesi. Pesano le ombre di un recente passato legato alla ferocia mafiosa e i suoi rapporti con mafiosi del calibro di Vittorio Mangano o di condannati per concorso esterno in associazione mafiosa come Marcello DellUtri. Deve dimettersi e difendersi, come ogni cittadino, davanti ai Tribunali della Repubblica per le accuse che gli vengono rivolte.