GIUGLIANO (Napoli). E una sera limpida e fredda: la grande piazza Matteotti si colora delle sobrie luci natalizie, che si rincorrono da San Nicola fino a piazza Annunziata.
Nellaria frizzante molti si affrettano alle ultime compere, sbirciando con ansia curiosa le vetrine, che si offrono allettanti ai loro occhi. Il Natale è proprio alle porte, anche questanno, ma sembra che in molti si faccia fatica a coglierne il senso profondo e vero. Acquisti voluttuari o mangerecci, auguri spesso formali, ritualità svuotate di ogni contenuto: è questa limmagine del Natale che tante volte ci rimbalza dalle strade intasate dal traffico o che ci viene trasmessa dallaberrante omologazione culturale dei mezzi di comunicazione.
Ci siamo: in due passi sono dinanzi a lei, la grandiosa Santa Sofia, bella da mozzare il fiato. Solenne, nelle sue linee essenziali, sembra lanciarmi uno sguardo di sfida, quasi a ribadire in questa città, in questi difficili contesti, la sua presenza altra e diversa. O forse no, vuole solo rassicurarmi dellesistenza di una realtà magica ed universale, che viene da lontano, e andrà avanti nel Tempo, ben oltre la nostra scellerata follia, i nostri assurdi equilibri esistenziali. Allimprovviso mi pare di scorgere – o forse sto soltanto immaginando – un suo cenno: ecco che mi invita a varcare il magico portone, quasi a scoprire vetuste, ma mai sopite bellezze. Mi addita nuovi percorsi di riflessione, quasi una strada insolita per ascoltare silenzi antichi, che sembrano trasudare dai pavimenti maiolicati e dalle tele tenui che occhieggiano dalle cappelle. Nella navata centrale, sulle panche di legno scuro, siedono molti cittadini di quella Giugliano attenta agli odori e ai sapori della cultura, piuttosto che alle gimkane affogate nei supermercati, in questi giorni frenetici che precedono il Natale.
Il sindaco Giovanni Pianese,
Gli alunni, che sono stati guidati dai docenti Vincenzo Maselli, Luciana Gargano, Michele Migliaccio, Francesco Paolo Di Biase, Alfonso Fusco, Tiziana Basso e Francesco Russo, espongono, con voce tesa ed emozionata, le finalità, i contenuti ed i risultati attesi dalla realizzazione di tale Progetto che questanno si intitolava simpaticamente Dal manufatto al fatto.
Hanno lavorato con passione ed energia, hanno interiorizzato e rielaborato con originalità linsegnamento dei loro docenti, che li guardano con affettuoso compiacimento. Il pubblico ascolta assorto. Dalle parole di questi giovani viene messo in luce tutto loriginario splendore della Collegiata di Santa Sofia, e di certo non è casuale il richiamo alletimo greco della Santa e delle sue figlie, Elpìs, Pistis, Agape: e dunque, Saggezza, Fede, Speranza, Amore. Sì, proprio saggezza e speranza e amore e fede… il pensiero ritorna al buco nero in cui noi, uomini e donne del Terzo Millennio, stiamo andando a rinchiuderci, presi come siamo dalle apparenze ingannevoli di una vita vissuta spesso solo quale mera teatralità , come proposto da tanti falsi profeti dei nostri media. Ma dove ci condurranno queste magnifiche sorti e progressive?
Ecco che ora i ragazzi illustrano il plastico della Chiesa, nonché i soggetti rappresentati nei numerosi dipinti del soffitto e delle cappelle laterali. Vengono, poi, presentati: la pubblicazione, la guida per il visitatore occasionale e la puntuale e precisa realizzazione video. Lanima viene catturata dalla singolare profondità delle scene, dalla piacevolezza delle descrizioni. Vorresti che questa esperienza non tramontasse insieme con le stelle di questa limpida notte di dicembre, ma che ci fosse sempre più spazio, nella nostra città, per dei tempi di largo respiro, nei quali poter gustare luniversale richiamo dellarte: lontano dalle banali trivialità di certa tv di pessima qualità e di infimo spessore, che viene purtroppo oggi data in pasto ai nostri giovani.
Si esce malvolentieri dallantico portale: fuori, la sera ci appare un po più fredda, la città intirizzita un po più vuota. Mi volto a guardarla: a presto, cara Santa Sofia, in cui dorme – tra altri illustri antenati – anche il gran favolista Basile. Addio, mia cara, grazie per averci aperto il tuo cuore. A presto.
inviato da Anna Maria Uccella