BAGDAD. Una serie di esplosioni ha sventrato diverse zone di Bagdad,provocando 127 morti e di 448 feriti.
Cinque le esplosioni, tutte con autobombe, che secondo la ricostruzione del ministero degli Interni sono state pressoché simultanee. La prima è avvenuta intorno alle 10,25 locali (le 8,25 in Italia),a Dora, ad opera di un attentatore suicida, ed è stata poi seguita da altre deflagrazioni. Poco dopo, sono state registrate le altre: un’autobomba è esplosa nella zona di Nahda, davanti ad un edificio dove sono ospitati uffici del ministero degli interni, un’altra nei pressi di un ufficio giudiziario davanti alla moschea al Nidaa, nel quartiere al Qahiria, un’altra ancora nei pressi dell’università al Mustansiriya, poco distante dall’ingresso del ministero del lavoro e degli affari sociali, mentre la quinta è esplosa nei pressi della piazza al Rusafi, nel centro della capitale.
L’ultimo sanguinoso attentato nella capitale irachena, prima di quest’oggi, risale al 25 ottobre quando un duplice attentato aveva provocato 90 morti. Il primo ministro, Nuri al-Maliki, ha condannato gli attentati puntanto il dito contro Al Qaeda e terroristi “stranieri”. Per Maliki si è trattato dell’ennesimo “atto di codardia”, nel chiaro tentativo di “ostacolare le elezioni”.
Il prossimo 6 marzo, infatti, si terranno le elezioni politiche in Iraq, comeannunciato dalla presidenza della repubblica irachena, citata dalla tv araba “Al-Jazeera”. Dopo la riforma della legge elettorale, approvata nei giorni scorsi dal parlamento, è stata qundi fissata la data per il voto. In un primo momento le elezioni erano previste per il mese di gennaio, ma la commissione elettorale aveva reso noto di non poterle organizzare in tempo a causa del ritardo con il quale è stata conclusa la riforma del sistema elettorale dopo il veto posto dal vicepresidente Tareq al-Hashemi.