Sevizio bus per la Metro: “…ma per andare dove dobbiamo andare…?”

di Redazione

Totò e PeppinoTRENTOLA DUCENTA. Le buone intenzioni che spesso movimentano i sogni degli amministratori non sempre poi riescono a diventare concretezze utili.

Un esempio eclatante a Trentola Ducenta è la linea bus del Ctp che dalla zona ovest della città, capolinea nei pressi della salumeria Rosotta, lungo via IV Novembre, porta sul litorale. Lungo il tragitto della linea, che fin dalla sua istituzione aveva il compito di collegare la città con le Università aversane e con la fermata della Linea della Metropolitana per Napoli, lungo la Variante di Aversa, sono stati posti pali segnali che, senza neanche indicare a cosa servono, riportano solo il logo dell’agenzia di trasporti impegnata nel servizio. Nulla, ma proprio nulla di più.

Eppure, riteniamo che su quei pali quanto meno dovesse essere impresso, a chiare lettere, quale mezzo di servizio passa e ferma, quali sono i luoghi di arrivo e partenza e non ultimo gli orari di sosta, passaggio e/o transito dei mezzi. Tutto questo, fin dall’inizio dell’istituzione del servizio, non esiste, e i mini bus, tra l’altro molto carini, destinati al servizio, viaggiano praticamente sempre vuoti, quasi a voler dimostrare a tutti che ancora una volta le buone intenzioni sono servite a nulla. A chi tocca allestire questi pali, che dovrebbero poi indicare delle vere e proprie fermate, è fatto non noto: forse al Comune, forse all’azienda di trasporti.

Di certo un tale servizio potrebbe essere più che utile alle centinaia di giovani studenti che quotidianamente si recano a scuola ad Aversa o raggiungono le sedi universitarie nella stessa Aversa o a Napoli. Ma tante altre persone potrebbero usufruire del servizio se solo si riuscisse a capire dove va e soprattutto in quali orari. Nel frattempo, dopo un primo manifesto informativo dell’amministrazione comunale, nulla più è stato, tranne il fatto che questi bus girano solitari per la città, in attesa probabilmente che il servizio venga definitivamente eliminato per mancanza di passeggeri.

Al povero cittadino non resta che domandarsi, così come faceva il Principe Antonio De Curtis con il “fratello” Peppino De Filippo in Piazza Duomo a Milano: “…ma per andare dove dobbiamo andare…dove dobbiamo andare…?!”.

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