CASERTA. È trascorso oramai più di un mese dalla fine dellemergenza rifiuti decretata il 17 dicembre dal Governo Berlusconi, eppure
Lo afferma il consigliere regionale del Pd Giuseppe Stellato. Questo territorio continua Stelalto con le discariche di San Tammaro e Santa Maria
Abbiamo salutato con favore il passaggio allordinarietà aggiunge lesponente democratico in quanto ciò avrebbe dovuto significare, innanzitutto, la provincializzazione dei rifiuti e vale a dire la fine della possibilità che perdurasse il flusso continuo dalla città di Napoli e dalla sua provincia in nome di una solidarietà territoriale che non ha mai registrato una ancorché minima reciprocità. Ci siamo illusi che tutto questo potesse cessare con il ripristino del principio giuridico della provincializzazione e, soprattutto, con il passaggio dei poteri alle province e, quindi, ai cittadini. Ad oggi, invece, la discarica di San Tammaro, a fronte di una produzione provinciale di 800 tonnellate al giorno, continua a ricevere oltre 2mila tonnellate di spazzatura proveniente, in gran parte, da altre province e prima fra tutte da quella di Napoli.
Situazione inaccettabile ma evidentemente possibile per la disattenzione e scarsa sensibilità di organismi non elettivi che oggi reggono la nostra provincia e che consentono, addirittura, che la discarica provinciale sia gestita da un consorzio del salernitano che non vanta certo maggiore capacità di gestione rispetto alle strutture casertane e che, evidentemente, gestisce la nostra discarica al solo comprensibile ma non giustificabile scopo di tutelare i propri interessi aziendali senza preoccuparsi della provenienza dei rifiuti che riceve. Conseguenza di un tale quadro è che la provincia di Caserta, sebbene abbia responsabilmente e senza clamori accettato e subito la scelta di una delle discariche più grandi della Regione Campania, la vedrà riempita in pochi mesi da rifiuti extraprovinciali e, quindi, sarà la prima provincia a ritrovarsi in emergenza nonostante il grandissimo sacrificio già fatto.
Ulteriore e, se fosse possibile, ancor più grave conseguenza è che una gestione da parte di un consorzio salernitano finisce per penalizzare anche economicamente i nostri cittadini che con la Tarsu non solo dovranno pagare i già numerosi dipendenti del Consorzio Unico ma, addirittura, farsi carico anche dei costi dei lavoratori del Consorzio Salerno 2 che dovrebbero, invece, essere pagati dai cittadini della provincia di Salerno.
Di tutto ciò