NAPOLI. I magistrati della Procura di Napoli hanno disposto una serie di perquisizioni nella Dia (Direzione investigativa antimafia)partenopea,per accertarel’esistenza al suo interno diuna “centrale di spionaggio”.
Un’ipotesi inquientante, secondo cuialcuni agenti avrebbero acquisito notizie riservate e svolto attività di investigazioni illecite, con pedinamenti e riprese video, per conto di privati. Unastruttura “permanente” che avrebbe agito “stabilmente” allo scopo di raccogliere informazioni sulla vita privata di alcune persone.
L’indagine – coordinata dal procuratore aggiunto Rosario Cantelmo e dai pm della Dda Vincenzo DOnofrio, Raffaello Falcone e Pierpaolo Filippelli, e alla quale sta partecipando la stessa Dia su delega dei magistrati – è scaturita da una “tranche” dell’inchiesta “Global Service” sulla gestione di appalti a Napoli nel corso della quale nei mesi scorsi fu arrestato un sostituto commissario della Dia di Napoli che avrebbe “copiato” alcuni file riservati sulla vicenda appalti da un computer della Direzione investigativa. Sequestrato anche un “tariffario” in possesso di uno degli indagati, in cui si farebbe riferimento ad un importo di 50 euro ad ora per un pedinamento.