CASERTA. Sarà Peppe Lanzetta, con il suo Barbarella ed altre lontananze, ad inaugurare la sezione napoletana del cartellone 2010 di Teatro Civico 14.
Lo spettacolo dello scrittore partenopeo sarà in scena sabato 9 gennaio, alle ore 21, e replicherà domenica 10, alle ore 19. La regia della pièce è stata curata dallo stesso Lanzetta e da Beatrice Baino, che ne è anche linterprete in scena, e vede la partecipazione di Anna Troise.
Barbarella ed altre lontananze racconta la storia di cinque donne, che potrebbero abitare una stessa casa, con le loro speranze, i loro sogni di una quotidianità vissuta, immaginata, una quotidianità di rabbia ed esasperazione che rende adulti i bambini e vecchi i giovani. Ambientata nella periferia di Napoli che, nelle storie e nelle emozioni è simile a quelle di un qualsiasi altro ghetto di metropoli moderna, la pièce descrive le condizioni di vita dei moderni diseredati, ceti sociali difficili, concentrati in grandi agglomerati urbanistici. Veri e propri condensati di emozioni negate che quando fuoriescono dagli steccati del perbenismo lo fanno con una carica esplosiva ed implosiva di forza tale da sconvolgere qualsiasi parametro socialmente accettato. Anni fa ricevetti una segnalazione su una giovane attrice che letto il mio racconto Barbarella da Figli di un bronx minore aveva pensato ad una riduzione teatrale. La cosa morì là perché forse non era il tempo giusto. A distanza di anni, Beatrice Baino è tornata alla carica e in un pomeriggio di inizio estate nel suo spazio teatrale nel centro antico della città mi ha mostrato con amore, trasporto, passione, la sua idea teatrale di Barbarella.
A raccontare la nascita di questo spettacolo è lo stesso Lanzetta: Chissà perché Beatrice mi evocava il mare. In senso lato, come mare di disperazione, gioia, rabbia, passione, esasperazione, di calore, sudore, di colori. E cera un mare dentro di me che aveva preso posto in delle pagine che avevo intitolato Il mare addosso. Quindi mi sono spogliato del mio mare conclude lautore partenopeo ed è diventato il mare di Beatrice, che lo ha fatto suo, ne ha scelto pezzi, brandelli, risacche, conchiglie, echi, voci e lo ha esposto ai venti che già Barbarella aveva alzato forti.
Nella foto Beatrice Baino (di Marcello Merenda)