Berlusconi: “Io in tribunale? Mi troverei davanti a plotoni di esecuzione”

di Redazione

Silvio BerlusconiROMA. “Nessuna incostituzionalità e nessun problema sulla promulgazione, da parte del presidente della Repubblica, del processo breve”. Non ha dubbi il premier Silvio Berlusconi, parlando ai cronisti dopo il via libera al provvedimento giunto dal Senato.

Riferendosi all’opposizione, secondo cui le norme sono state studiate per favorirlo nei processi che lo riguardano, il Cavaliere attacca: “Sono tutti intellettualmente disonesti, non sono problemi di Berlusconi ma aggressioni al presidente del Consiglio. Il processo breve è un processo lungo, prevede tempi ancora troppo lunghi”. E, sostenendo che non è un provvedimento anticostituzionale, dice “E’ l’Europa che ce lo chiede. E c’è la Costituzione che ci dice che i processi debbono avere tempi certi e ragionevoli”.

Sui processi che lo vedono imputato, commenta: “Non so se andrò, stiamo discutendo. I miei avvocati insistono a dire che mi troverei di fronte a dei plotoni di esecuzione”.

Berlusconi parla anche di Bettino Craxi, commemorato in questi giorni nel decennale della sua morte. “Era un mio amico. – ha commentato – Tutti hanno detto quello che lui ha portato nella politica italiana e credo che sia da annoverare tra i protagonisti della nostra storia repubblicana”.

“Su Tartaglia non voglio dire nulla”. Ha risposto così invece Berlusconi a chi gli chiedeva un commento al trasferimento del suo aggressore in un reparto psichiatrico. “Non ho elementi di giudizio per poter esprimere un’opinione. Non ho un’opinione. Sono cose complicate”, hadetto quando i cronisti gli hanno chiesto riguardo all’eventuale non imputabilità di Massimo Tartaglia.

Mentre sulla sua posizione di fronte alle cosiddette “alleanze variabili” dell’Udc, il presidente del Consiglio non cita mai il partito di Pier Ferdinando Casini ma ribadisce che i nomi dovranno essere individuati non in base a “scelte opportunistiche”. A chi gli chiede se verrà rispettata l’intesa con l’Udc su Renata Polverini nel Lazio, risponde: “Io me ne sto fuori, lascerò decisione all’ufficio di presidenza del partito che deciderà come riterrà più opportuno. Non compete a me”.

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