CAGLIARI. I lavoratori dell’Alcoa di Portovesme hanno bloccato per quattro ore le piste dell’aeroporto di Cagliari per manifestare contro la decisione dell’azienda di fermare gli impianti per sei mesi.
Oltre 300 operai sono partiti all’alba dal Sulcis e dopo aver percorso la statale 130 sono giunti nell’aeroporto del capoluogo. Ne è nato un duro scontro con le forze dell’ordine in assetto antisommossa. Per sbloccare la situazione sono intervenuti il prefetto di Cagliari Giovanni Balsamo, il questore Salvatore Mulas eil sindaco di Elmas, Walter Piscedda. Alla fine, dopo ore di mediazione, gli operai hanno lasciato l’aeroporto, che ha riaperto intorno alle 14. Una decisione presa soprattutto dopo la notizia dell’intervento del governo, che ha anticipato l’incontro con i vertici della multinazionale americana dal 5 al 2 febbraio.
BERLUSCONI AD ALCOA: “CONSERVARE PRODUZIONE IN ITALIA”. Il premier Silvio Berlusconi ha anche scritto al presidente e amministratore delegato dell’Alcoa, Klaus Kleinfeld, chiedendodi “conservare la produzione in Italia”. e a non assumere decisioni al riguardo prima che la Commissione europea abbia proceduto all’esame del provvedimento, atteso entro il prossimo mese di febbraio. Berlusconi ha ricordato a Kleinfeld come una scelta diversa da parte dell’Alcoa produrrebbe gravi crisi sociali in aree disagiate del Paese e potrebbe modificare i rapporti fra il governo italiano e la multinazionale.
PROTESTE ANCHE A FUSINA. Circa 400 operai dello stabilimento Alcoa di Fusina (Venezia) sono in sciopero dalle 6 di venerdì mattina. Hanno bloccato i cancelli dello stabilimento per impedire l’entrata e l’uscita dei camion delle merci, in modo da fermare la produzione del laminatoio. Secondo il segretario della Fiom Cgil di Venezia, Giorgio Molin, l’azienda avrebbe tentato di far chiudere i cancelli, impedendo il ricambio dei lavoratori che si alternano nella protesta.