Cosentino, Cassazione conferma l’ordinanza di arresto

di Redazione

Nicola CosentinoROMA. La Cassazione ha rigettato la richiesta di annullamento dell’ordinanza di arresto per il sottosegretario e coordinatore campano del Pdl, Nicola Cosentino, emessa il 7 novembre scorso dalla procura di Napoli.

L’accusa di concorso esterno in associazione camorristica per presunti rapporti del politico di Casal di Principe con la camorra, in particolare conil clan dei Casalesi. In ogni caso il deputato Pdl resterà al suo posto perché la Camera ha negato l’autorizzazione a procedere.

Già in mattinata il sostituto procuratore generale Vito Monetti innanzi ai giudici della prima sezione penale della Suprema corte aveva chiesto il rigetto del ricorso.

L’avvocato Stefano Montone, che insieme al collega Agostino De Caro compone il collegio difensivo di Cosentino, commenta all’agenzia Il Velino: “Aspettiamo di leggere la sentenza visto che noi contestavamo errori nel procedimento legale: ritenevamo ad esempio che non fosse rispondente a parametri legali fare indagini su una persona per dodici anni senza iscriverlo nel registro degli indagati; ritenevamo non fosse legale evitare di ascoltare, o a sommarie informazioni o a interrogatorio una persona iscritta nel registro che chiede di essere ascoltato e i pm rispondono ‘non sappiamo a che titolo sentirlo’. Noi ritenevamo – continua l’avvocato Montone – che ci fossero insomma una serie di violazioni, attendiamo di leggere le motivazioni per cogliere i profili di correttezza. La sentenza della Corte di Cassazione ora comunque c’è e non possiamo fare altro che rispettarla. Seppur rimaniamo stupiti. Faremo il processo nel più breve tempo possibile”.

PD: “BERLUSCONI PRETENDA LE DIMISSIONI”. Laura Garavini, capogruppo del Pd nella commissione parlamentare Antimafia, commenta: “Ora Berlusconi dia un segnale di coerenza e pretenda le dimissioni dell’esponente del suo governo”.La stessa Garavini ricordacome “proprio oggi il presidente del Consiglio ha detto che non ci sono collusi nelle sue liste. Ma allora, ci chiediamo, come è possibile che l’animatore della campagna elettorale del Pdl in Campania sia proprio una persona indagata per presunti contatti con il clan dei Casalesi?”.

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